George Psalmanazar il ''Nativo di Formosa''
di Fabrizio Fattori

di Fabrizio Fattori
Che le isole abbiamo da sempre suscitato un fascino particolare nell’immaginario collettivo avido di mistero, avventura ed esotismo è testimoniato dalla cospicua letteratura spesso associata a tesori nascosti o torbide storie e passioni.
Ma in un caso consentirono ad uno spregiudicato avventuriero di accreditarsi ai massimi livelli di una società particolarmente sensibile ai misteri geografici ed antropologici. Siamo nei primi anni del settecento, anni già sensibili all’illuminismo nascente, ma non ancora consapevoli dei limiti delle proprie conoscenze.
Il sedicente George Psalmanazar presentatosi all’intellighenzia anglosassone come il “Nativo di Formosa”, primo tra i suoi abitanti ad aver contatti con l’Europa, riuscì orchestrando un’abile montatura sulla sua figura di principe e sovrano dell’isola (sulla quale non aveva mai posto piede), ad avere un riconoscimento internazionale durato diversi anni.
Tutto ruota intorno ad un suo libro: “An Historical and Geographical Description of Formosa” pubblicato a Londra nel 1704 e tradotto successivamente in francese e tedesco, che rappresenta la fantasiosa somma di approssimative conoscenze ed esperienze raccolte anche nelle sue precedenti attività truffaldine.
Ma l’abilità narrativa, espressa anche attraverso richiestissime ed affollatissime conferenze tenute in varie città, sotto l’egida di prestigiose Università e della Royal Society, lo consacrarono come massimo esperto di quella misteriosa e remota civiltà.
Public Domain, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=1466781
Le descrizioni fatte dei vari aspetti della vita sociale economica e politica dei suoi abitanti, che completamente nudi sebbene adorni di perizomi d’oro o d’argento, erano massimamente concentrate su quanto avveniva nella capitale Xternetsa e nelle sue sotterranee case circolari.
Gli usi e i costumi erano fortemente caratterizzati da rituali brutali che non escludevano il cannibalismo ( il marito poteva mangiare la moglie infedele) e i sacrifici umani, migliaia di giovani uccisi a gloria degli dei locali, dove il pasto quotidiano prevedeva serpenti ed altre esotiche alimentazioni, suscitarono un enorme fascinazione per questo personaggio al punto che divenne destinatario, negli anni, di innumerevoli riconoscimenti.
L’università di Oxford gli riconobbe una borsa di studio, la chiesa, da sempre interessata all’evangelizzazione dei popoli, commissionò una traduzione della Bibbia. Brillantemente effettuata in una lingua completamente inventata, ma accademicamente sostenuta da apposito dizionario e grammatica, ritenuta, quest’ultima, così convincente da essere citata da grammatici tedeschi anche dopo la pubblicazione postuma della sua autobiografia (1765) che rivelò al mondo l’immensità della sua frode.
Anche se negli anni seguenti alla pubblicazione del libro molteplici furono le scettiche opposizioni di altri intellettuali che lo spinsero ad una prima ammissione di fraudolenza. Questa ed altre seguenti imposture consacrarono, comunque, George Psalmanazar come uno dei più grandi truffatori della storia, ammirato dai molti contemporanei in grado, non senza umorismo, di apprezzare tali ambigui personaggi.
Fabrizio fattori
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