Passaggio di Capo Horn: il secondo nella carriera di Giancarlo Pedote
Dopo aver doppiato, una settimana fa, l'emblematico Capo Horn, simbolo della durezza dei mari australi, Giancarlo Pedote si concentra sulle sfide dell’Atlantico meridionale

Dopo aver doppiato, una settimana fa, l'emblematico Capo Horn, simbolo della durezza dei mari australi, Giancarlo Pedote si concentra sulle sfide dell’Atlantico meridionale
Questa transizione segna una nuova tappa del suo giro del mondo, dove condizioni più miti e un ritorno progressivo alla civiltà offrono un netto contrasto con le asperità del Grande Sud. Questo passaggio, cruciale sia psicologicamente che strategicamente, riflette l’essenza stessa del Vendée Globe: adattarsi ad ambienti in continuo mutamento, navigando con abilità e affrontando gli imprevisti meteorologici.
In questo contesto, lo skipper di Prysmian continua a dimostrare resilienza e capacità di cogliere le opportunità, mentre rende omaggio alle straordinarie prestazioni dei suoi concorrenti Charlie Dalin e Yoann Richomme, vicini a concludere il loro giro del mondo.
Il passaggio del Capo Horn, una vera pietra miliare per ogni marinaio impegnato in questa avventura, ha rappresentato un punto di svolta nella regata di Giancarlo Pedote. «I primi miglia dopo il passaggio del Capo Horn hanno portato un vero sollievo. Si lascia una regione austera, dominata dal freddo e dal grigiore, per entrare in un ambiente soleggiato, dove l’aria è più mite e molto meno umida», racconta. Dopo settimane trascorse ad affrontare le acque gelide e i venti violenti del Grande Sud, ritrovare le latitudini più miti dell’Atlantico è stato un vero sollievo.
«Dal punto di vista psicologico, è una tappa importante. Ritrovare l’Atlantico dà l’impressione di tornare "a casa" e porta una ventata di energia al morale», spiega il navigatore italiano. Oltre al miglioramento delle condizioni meteorologiche, il cambiamento si sente anche sul piano fisico. «Ritrovare temperature sopra i 20°C è un autentico sollievo dopo un mese trascorso nel freddo glaciale del Grande Sud. Una regione in cui si naviga con porte chiuse e poca luce, una condizione che diventa faticosa nel tempo. Il ritorno a condizioni più miti e a una certa vicinanza con la civiltà è semplicemente fantastico», aggiunge con entusiasmo.
06 GENNAIO 2025 : Foto inviata dalla barca Prysmian durante la regata Vendée Globe. (Foto di Giancarlo Pedote)
Tuttavia, la transizione verso l’Atlantico meridionale non è priva di difficoltà. Il fronte freddo di Capo Frio, passaggio obbligato prima di raggiungere l’emisfero nord, rappresenta una sfida strategica significativa. «È quasi stazionario e, quando lo si attraversa, il vento è inesistente. Da diversi giorni, una linea di temporali attira tutta la mia attenzione. Può essere punteggiata di raffiche e fulmini, che rappresentano un rischio potenziale per l’elettronica», precisa lo skipper. Per superare questa zona complessa, il fiorentino si affida alla sua esperienza e alla capacità di adattamento. «È essenziale scegliere il momento giusto per attraversarlo perpendicolarmente, a 90°, per raggiungere rapidamente l’aria stabile dell’anticiclone di Sant’Elena e tracciare una traiettoria a forma di ala di gabbiano per risalire verso nord», spiega, sottolineando le incertezze legate a questa navigazione.
In una zona dove le condizioni evolvono rapidamente, la strategia resta un esercizio delicato. «Ho riflettuto a lungo sulla strategia da adottare, ma è un esercizio complesso poiché le condizioni cambiano quotidianamente. Ogni tentativo di pianificazione precisa è vano, obbligandomi a improvvisare, ad adattarmi continuamente e a cogliere ogni opportunità che si presenta», confida Giancarlo. Questa mancanza di visibilità impone una gestione accurata degli elementi e rafforza l’importanza di mantenere la concentrazione. «Con una velocità limitata, si subiscono maggiormente le condizioni esterne. Ci si trova bloccati in una posizione, con poche possibilità di manovra per uscirne», aggiunge, evidenziando la necessità di anticipare quando possibile.
Nonostante le sfide incontrate, lo skipper di Prysmian resta ammirato dalle prestazioni dei suoi concorrenti. Non manca di rendere omaggio a Charlie Dalin e Yoann Richomme, vicini a concludere il loro Vendée Globe: «Hanno realizzato una regata straordinaria, in cui tutto ha perfettamente funzionato a loro favore. La loro performance è stata impressionante e hanno chiaramente dimostrato la loro superiorità. Bravi ragazzi!» Tra soddisfazione personale e sfide strategiche, Giancarlo Pedote continua ad avanzare in questa straordinaria avventura, sostenuto dal suo amore per il mare. Ogni miglio percorso lo avvicina un po’ di più al traguardo.
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Ufficio Stampa Giancarlo Pedote
Stefania SALUCCI
In copertina 06 GENNAIO 2025 : Foto inviata dalla barca Prysmian durante la regata Vendée Globe. (Foto di Giancarlo Pedote)
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