La resilienza è tutta dentro Gavino. La tartaruga liberata ad ottobre scorso in una spiaggia della Sardegna, nella penisola del Sinis, dopo 30 anni in cattività.
Finalmente in libertà, finalmente fuori dalla vasca dell’acquario, ma Gavino è sorvegliato costantemente grazie ad una tecnologia satellitare, e dopo sette mesi e 4500 chilometri è nella giusta direzione per completare la traversata Atlantica ed approdare in terra americana.
Tre decadi in vasca non sono bastate a perdere l’istinto alla navigazione oceanica di Gavino. Il più temerario dei quattro esemplari di tartaruga caretta caretta liberati ad ottobre scorso. Tutti sotto stretta sorveglianza dei ricercatori dell'Istituto IAS-Cnr (Istituto per lo studio degli impatti Antropici e Sostenibilità in ambiente marino) di Oristano in sinergia con il CReS, il centro di recupero del Sinis delle tartarughe e dei mammiferi marini.
Il quartetto era formato anche dall’anziana Genoveffa, anche lei per decenni costretta in cattività, che ha tentennato prima di prendere il mare. Rimasta per mesilungo le coste dell’ isola, per tutto il mese di aprile all’interno del Golfo di Oristano perchè probabilmente attratta anche dalle numerose meduse presenti in questo periodo nella zona, ma di recente ha preso il largo.
C’è anche Elettra che ha percorso circa 3200 chilometri, ma tutti in Mediterraneo. Ha intrapreso la rotta verso la Tunisia ma non convinta ha preferito riposizionare i timoni e la prua verso il Mar di Sardegna.
Peccato per Azzurra che ha finito il suo viaggioa metà marzo scorso, ritrovata senza vita in una spiaggia di Hammamet, in Tunisia.
Il tracking sul portale della Regione Sardegna che ha cofinanziato il progetto, voluto da Cnr e Ministero della Transizione Ecologica, permette di restare informati sul viaggio atlantico e mediterraneo delle tre tartarughe.
Gian Basilio Nieddu
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