Diminuire la pesca per aumentare il profitto dei pescatori
Di Anna Colucci

Di Anna Colucci
Il ripopolamento delle popolazioni ittiche potrebbe non essere una chimera.
Questo è quanto emerge da uno studio pubblicato sulla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences (PNAS) e che fornirebbe la possibilità di incrementare le popolazioni di pesce negli oceani permettendo, allo stesso tempo, un significativo aumento dei diritti e del guadagno dei pescatori.
Una squadra di scienziati, provenienti dall’Università della California di Santa Barbara, dall’Università di Washington e dall’ Environmental Defence Fund, ha generato un database di 4.500 pescherecci mondiali applicando diversi modelli bio-economici.
Il risultato porta alla conclusione che salute delle popolazioni ittiche e produttività non si escludono a vicenda.
Come spiegato da Douglas Reader, a capo dell’Environmental Defence Fund, che ha detto: “L’implementazione di uno stretto sistema di controllo e management dai pescherecci mondiali, tramite il dataset sviluppato da noi, ha rivelato un incremento annuale di pesca di 16 milioni di tonnellate e un profitto di oltre 53 miliardi di dollari. Abbiamo, inoltre, scoperto che, grazie all’applicazione di giuste e strette riforme, la ripresa e ricovero della maggior parte delle popolazioni ittiche potrebbe avvenire in soli 10 anni. Sarebbe quindi possibile aumentare l’abbondanza di pesce e allo stesso momento aumentare i profitti e la sicurezza del cibo”.
Il sistema di controllo da applicare consisterebbe nello stabilire una quota di pesca massima per ogni specie e che comporterebbe un innalzamento del prezzo in quanto il prodotto salirebbe di qualità e scenderebbe di quantità.
Il costo, in seguito, diminuirebbe per via della ridotta ‘corsa alla pesca’ in pratica oggi dai pescatori.
Queste nuove leggi permetterebbero un aumento dei diritti dei pescatori che, tutt’oggi, si trovano a lottare l’uno con l’altro nella rinomata tecnica “race to fish” (corsa alla pesca), comportando una pesca esagerata che di fatto non permetterebbe alle popolazioni ittiche di riprodursi.
Il prossimo passo consisterà nel trasformare lo studio in un concreto metodo di management, in modo tale da assicurare il primo investimento e implementare il sistema
Tratto da: www.rivistanatura.com
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