Vendée Globe, quando partecipare equivale a vincere
Di Fabrizio Fattori
Di Fabrizio Fattori
La competizione appartiene al genere umano come istinto naturale quale spesso si riscontra in altri contesti, dove competere per sopravvivere giustifica la violenza e l’apparente irrazionalità.
L’uomo in parte ha smussato questa aggressività sublimandola nell’impegno sportivo dove il confronto con l’altro cede, in parte, il passo al confronto con se stessi e con l’ambiente e questo spostamento qualifica, comunque, come superlativa l’impresa ed il successo personale.
La condivisione di regole e di correttezza sportiva aggiunge un ulteriore valore a queste virtù agonistiche.
L’ottava edizione 2016-2017 della “Vendée Globe”, competizione che, come noto prevede la circumnavigazione del globo senza scali e senza assistenza e che quindi risulta essere gara estremamente dura e non a torto considerata “Everest des mers”, conferma come il solo partecipare ed il portare a termine un evento così coinvolgente sul piano delle risorse psicofisiche oltreché tecniche, possa rappresentare fonte di intima e profonda soddisfazione riconosciuta ed apprezzata da tutti gli appassionati e non.
L’ultimo arrivato Sébastien Destremau ha ottenuto un risultato ugualmente paragonabile a quello del vincitore e recordman Armel Le Cléac'h, arrivato a Les Sables d’Olonne il 19 gennaio, specie se ad attenderlo, in piena notte dell’11 marzo scorso, vi erano migliaia di persone osannanti. Tutte quelle persone, e noi con loro, in attesa dell’ultima imbarcazione, indifferenti alle gelide brezze del Golfo di Biscaglia, erano lì per tributare anche al diciottesimo ed ultimo classificato quell’entusiastica ed affettuosa accoglienza degno omaggio ad un eroica impresa.
Arrivare settimane dopo il primo può sembrare un risultato secondario in un mondo dove il successo, spesso ottenuto con ogni mezzo, pare essere l’obiettivo prioritario per molti a tutti i livelli, ma in contesti ad altissimo impegno è oltremodo soddisfacente veder riconosciuto “il risultato” in quanto tale e senza implicazioni di ulteriore sorta.
E’ bello constatare che la famosa e forse misconosciuta affermazione di De Coubertin : “l’importante non è vincere ma partecipare. La cosa essenziale non è la vittoria ma la certezza di essersi battuti bene”, trovi ancora in contesti sportivi di alto profilo il giusto e meritevole apprezzamento.
La partenza della prossima Vendée Globe è prevista alle 13.02 dell'6 novembre 2020.
Fabrizio Fattori
In copertina Sébastien Destremau ultimo all'arrivo - Foto di Jean Masrie Liot / DPPI / Vendée Globe
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