''The Empress of China'' e l'avventura commerciale americana
di Fabrizio fattori

di Fabrizio fattori
Con la raggiunta indipendenza americana (1783) si iniziò a rendere i commerci marittimi maggiormente regolati puntando su quei paesi dai quali provenivano le merci maggiormente appetite dai nuovi americani: tè, ceramiche cinesi, sete, spezie, zucchero, caffè,…
Questo consentì di arginare il cospicuo contrabbando, di gestire i profitti e regolamentare i flussi fiscali che il commercio avrebbe generato. The Empress of China, un veliero di 360 tonnellate, adattato alle lunghe navigazioni oceaniche con una chiglia in rame, venne costruito a Boston nel 1783 e riadattato a nave commerciale, intraprese il primo viaggio, al comando di John Green, verso la Cina nel febbraio del 1784 partendo da New York salutato da tredici salve di cannone (come i tredici stati dell’Unione), con a bordo tonnellate di ginseng, pellicce di lontra e foca, argento e altre merci tutte molto ambite dai cinesi.
Dopo circa sei mesi di viaggio sulla rotta meridionale africana arrivò a Canton. I cinesi dopo il primo sconcerto nell’apprendere l’esistenza di una nuova nazione li considerarono “nuova gente” o, più, pittorescamente, i “diavoli dalla bandiera fiorita” con riferimento al cerchio delle tredici stelle presente sul vessillo delle loro navi ma anche alla loro spregiudicata intraprendenza.
Path of the United States ship Empress of China from New York to Canton, 1784.
Le relazioni commerciali si attivarono con estrema rapidità stante il consolidato reciproco interesse ad arricchirsi. Molti dei commercianti cinesi che entrarono in relazione con gli americani divennero facoltosi imprenditori arrivando ad avere un ruolo di investitori nelle attività ferroviarie sul suolo americano. Gli americani non furono da meno.
Basta pensare che nel viaggio di ritorno della “Empress of China” il carico riportato a New York fruttò il 25% dell’investimento. Sotto questi favorevoli auspici il traffico si incrementò al punto che pochi anni dopo decine di navi americane trafficavano con Canton.
Altre rotte vennero aperte nell’Oceano Pacifico essendo state individuate grandi quantità di merci molto richieste in Cina, come le pellicce di foca e lontra marina cacciate sulle coste settentrionali o intorno all’arcipelago di Mas Afuera di fronte alle coste cilene, ed il sandalo, colorante usato nella manifattura tessile cinese, raccolto tra le isole polinesiane.
Questo ampliamento di aree geografiche e di nuovi prodotti creò tensioni con marinerie presenti negli stessi luoghi come gli inglesi, i francesi, gli spagnoli, ed i russi con i quali, anche in quel caso, la comune motivazione al commercio, fu in grado di smussare gli attriti.
La nuova America produsse e perdurò con queste lucrose attività la nascita di una aristocrazia che si affermava non più per sangue ma per agio economico. I milionari americani ancora oggi rappresentano l’invidiata realizzazione del sogno capitalistico occidentale.
Questo viaggio rappresentò il punto di partenza non solo delle relazioni commerciali cino-americane ma l’avvio di relazioni internazionali di ampio respiro, probabile base all’affermazione politica della potenza americana.
Fabrizio Fattori
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