Sulle tracce di Henry Morgan
di Luigi Ottogalli
di Luigi Ottogalli
Le nostre rotte e quelle del corsaro Henry Morgan, si stanno sempre di più intrecciando.
Lo incontrammo la prima volta, a Puerto Morgan, sull'isola “De la Vache” (a sud di Haiti), che era una delle sue basi-rifugio per le scorrerie contro le colonie spagnole di Cuba e Santo Domingo.
L'ombra della sua veloce corvetta, con gli alberetti sghindati per non farsi scorgere dal largo, aleggiava ancora nelle tranquille e protette acque di quella baia incantata.
Curiosamente in Giamaica, a Puerto San Antonio, dove gettammo l'ancora, il corsaro non si fece vivo, sebbene alla Giamaica, di cui fu anche governatore, fosse di casa. Probabilmente preferiva l'ancoraggio di “Puerto Royal” (l'attuale Kingston), che gli garantiva maggiori lussi ed agi!
Henry Morgan, su un muro di George Town a Gran Cayman
A Gran Cayman l'abbiamo sorpreso guardarci, con fare tra il beffardo e l'ironico, da un colorato murales; pareva volesse dirci che difficilmente avremmo potuto sfuggirgli!
Ma la sua presenza più forte ed inquietante la stiamo percependo ora a Roatan, la principale delle isole dell'arcipelago della Bahia, situate a poche miglia dalle coste dell'Honduras.
Le coste di quest'isola, lunga e stretta, sono frastagliate sul versante sud (quello che guarda la terra ferma) da numerose cale e calette, protette da insidiosi “reff”, che offrirono, tra il XVI e XVII secolo un sicuro rifugio a numerosi pirati e corsari, Inglesi, Francesi ed Olandesi, che da qui potevano facilmente controllare l'obbligato passaggio dei galeoni spagnoli.
Tra tutti, per importanza e potenza, primeggiava, senza alcun dubbio, il nostro amico Henry Morgan. Morgan battezzò col nome della sua base Giamaicana, ossia Port Royal una vasta e protettissima insenatura situata nella parte più occidentale della lunga isola.
I luoghi in cui abbiamo incontrato Morgan
Abbiamo recentemente visitato questo vasto ancoraggio che è ora completamente deserto se si eccettua una cadente, ed affascinatane, casa coloniale sulla sponda ovest. E' facile pensare che la natura del sito sia rimasta identica a quella dei tempi del corsaro, sebbene allora probabilmente vi fossero delle strutture a terra d'appoggio alla flotta corsara.
Era questa una posizione ideale da cui lanciare i famosi attacchi a Porto Belo, Maracaybo, ed il celeberrimo sacco di Panama, compiuto con una straordinaria marcia attraverso le paludi e le valli dell'istmo, per sopraffare, con forze dieci volte inferiori, la più opulenta delle città spagnole del centro-America.
Sulle isole della Bahia, circolano numerose storie di ritrovamenti di pietre preziose, dobloni d'oro ed arredi sacri d'argento, nonché d'ossa umane in oscure e nascoste caverne. Vi è anche la leggenda che Morgan mori a Port Royal e fu sepolto nella vicina isola di Utila, ed è chiaramente una “leggenda” poiché è storicamente accertato che il corsaro mori in Giamaica e li fu sepolto.
Curiosamente in questo stesso periodo sto rileggendo “Il Corsaro Nero” e “La figlia del Corsaro Nero”, di quel genio che fu Emilio Salgàri: ebbene in queste due mirabolanti avventure di pirati e corsari, Morgan personaggio assolutamente reale, appare accanto a quelli di pura fantasia del facondo scrittore. Ne “Il Corsaro Nero” Morgan è il secondo del diafano signore di Ventimiglia e nella “Figlia del Corsaro Nero” si narrano le gesta storiche di Morgan strettamente legate a quelle di fantasia. Nel finale Morgan finisce per sposare la coraggiosa Jolanda!
L'ancoraggio di French Cay a Rotan
A Roatan siamo ancorati a French Cay, un bel ridosso protetto da un grande “reef“, vicino a French Harbour, che era la base dei pirati francesi. L'ingresso è ben segnalato e facile anche se all'interno occorre prestare attenzione ad alcuni bassi fondi corallini, per altro ben visibili.
Le Isole sono sicuramente interessanti, anche se essendo orientate per Est-Ovest, non sono agevoli da navigare nei due sensi per via del forte aliseo da Est-Sud-est che soffia costantemente a febbraio.
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