''Starfish'' espediente affatto marino
di Fabrizio Fattori
di Fabrizio Fattori
La “stella marina” rimanda a fondali oceanici di ineguagliabile trasparenza, ma “starfish” fu il nome scelto, dal governo inglese, per una delle operazioni più scaltre messe in atto durante la seconda guerra mondiale.
La Germania nazista aveva cominciato nei primi anni quaranta a martellare il territorio inglese di estenuanti bombardamenti, in alcuni casi riconducibili alla operazione “Baedeker Blitz” che avevano per obiettivo le città, le fabbriche e in quest’ultimo caso i centri storici e culturali del paese.
Si pensò di simulare centri abitati e complessi industriali creando, in aree decentrate, apparenti cittadine e fabbriche attraverso la sapiente illuminazione delle strutture fittizie, in molti casi, si arrivava a simulare recenti bombardamenti, con incendi di olio combustibile, kerosene e tubi di paraffina.
Finti obiettivi - Photo credit Daily Mail
I bombardamenti notturni e l’altezza di volo dei terribili Heinkel 177 “Greif” tedeschi, rendevano la situazione poco comprensibile ed in centinaia di casi questi scaricarono a vuoto il loro micidiale carico di bombe. Si salvarono, così, miglia di vite e di attività industriali. Lungo la costa vennero realizzate centinaia di queste trappole ottiche, arrivando a sacrificare interi villaggi, opportunamente evacuati, se posti in prossimità di obiettivi più rilevanti.
Nelle aree di bombardamento risultano, oggi, ancora evidenti i crateri creati dalle incursioni tedesche. Qui la natura ha imposto la sua presenza e ha consentito di realizzare riserve naturali di aree umide destinate ad ospitare uccelli ed altre forme di vita, a conferma che il tempo si sovrappone agli orrori della guerra e ne suggella il ricordo in una prospettiva di rinascita.
Diversamente da quanto è capitato ai crateri susseguenti all’inutile e devastante bombardamento dell’Abbazia di Montecassino, che riempitesi di acqua hanno per lungo tempo dato nuovo respiro alla malaria diffusa nell’area, vessando ulteriormente le popolazioni locali.
Fabrizio Fattori
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