Russia vs Ucraina: e ora?
di Fabrizio Fattori
di Fabrizio Fattori
La guerra in corso, improvvisa ed inaspettata, lascia buona parte del mondo incredula ed esterrefatta. Malgrado l’annessione della Crimea e la guerra civile mai cessata nel Donbass voluta ed alimentata dalla Russia e le tensioni tra i contendenti percepite nei giorni precedenti e dalle origini perse negli angoli bui della storia e forse nelle complesse visioni più o meno personali dei leader dei due paesi.
Malgrado tutto ciò, risultava difficile immaginare che all’alba del terzo millennio un paese sovrano potesse essere attaccato militarmente da un altro paese. L’Europa era in pace da oltre settanta anni. Si pensava che anche i gravi attriti legati alla “guerra fredda” si fossero attenuati con il tramonto del blocco sovietico, stigmatizzato nell’ iconico crollo del muro di Berlino, e nel conseguente ricollocamento geopolitico dei paesi del “Patto di Varsavia”, ma soprattutto del loro inserimento, Russia compresa, nel circuito dell’economia globalizzata dimostratasi all’esame della storia possedere per le popolazioni, a torto o a ragione, maggior appeal di altre visioni socio economiche.
Siamo già alla prima settimana di scontri e si contano, al di la delle immani distruzioni, vittime a migliaia. Sul tavolo delle incerte trattative languono posizioni inconciliabili. L’Europa e gli USA sono presenti con prudenti impegni, destinati a rafforzarsi se imprudentemente stimolati. L’Ucraina, paese palesemente condannato a pagare il prezzo più alto, è animata da un orgoglio smisurato, dalle origini perdute lungo i secoli dai molti conflitti.
Un orgoglio che deriva dalla storica consapevolezza di sentirsi Europea, libera ed indipendente, come già manifestato nel corso di molteplici scontri di piazza contro governi filo russi ed anti europei. Che scenario può essere ipotizzato oltre a quello che accomuna tutti gli scenari di guerra di inutile morte e distruzione? La Russia vuole l’Ucraina fuori dall’Europa e dalla Nato e mantenere il controllo sulle economie e le risorse sottraendole dal circuito occidentale, attraverso un probabile nuovo governo filo russo.
A tale scopo minaccia di proseguire l’intervento bellico attraverso una pesante escalation militare dove si inserisce, l’orrifico, possibile deterrente nucleare. Saranno sufficienti le pesanti sanzioni socio economiche, che porteranno la Russia ad un isolamento pressoché totale, a spingerla a rivedere la sua intransigente posizione? O la guerra estesa ed indifferenziata sarà la risposta a queste politiche sanzionatorie?
La Cina può avere un ruolo di mediazione, stante anche i recenti accordi russo-cinesi in virtù dei quali un paese ridotto allo stremo non andrebbe a soddisfare il pragmatismo cinese. O forse, guardando alla storia recente, diviene auspicabile per l’Ucraina una sorta di finlandizzazione del paese, una sorta di equilibrio, pagato a caro prezzo, che consentì nel corso degli anni quaranta, alla Finlandia di conservare con dignità la propria sovranità, neutrale e parzialmente autonoma attraverso la stipula di accordi e compromessi basati principalmente sulla reciproca fiducia e sulla correttezza degli impegni, mirati a conciliare i propri con gli interessi delle altre entità presenti nella stessa area geopolitica.
Fabrizio Fattori
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