Chi sceglie l’avventura del mare si ritiene pronto a gestire qualsiasi tipo di avversità, forte della propria esperienza e contando su quel pizzico di provvidenza, più o meno divina, che in certe circostanze risulta essere risolutiva.
Ma quando vede venir meno quello spirito di solidale collaborazione che tra la gente di mare è valore imprescindibile, la sorpresa e lo sconcerto risultano essere quanto mai avvilenti. Un’intera famiglia russa, padre, madre e due giovanissime figlie prendono il largo e rimangono in giro per gli oceani per tre lunghi anni.
Partiti dalle coste siberiane a bordo del “Lady Mary” percorrono gli oceani da nord a sud superando gli estremi del mondo con i cinque capi più impegnativi per tutti i naviganti oltre a canali e arcipelaghi sparsi, sopportando tempeste per giorni con venti a 11 nodi e concludendo l’impresa nel novembre scorso e segnando il record della circumnavigazione dell’emisfero sud con bambini a bordo.
La famiglia Klochkov è costretta, in vero, ad una lunga sosta in Australia occidentale a causa della pandemia, ma appena possibile riprende il viaggio anche se a volte trovare ospitalità portuale risulta essere complicato, molti sono, infatti, i porti chiusi per coronavirus.
Rimanere per mesi in mare aperto senza possibilità di sosta ristorante è un grande impegno per tutta la famiglia, me se ne riesce sempre venire a capo contando proprio su quella solidale collaborazione tra gente di mare. Ma all’altezza delle Sporadi meridionali, in prossimità di Christmas Island, il dissalatore che aveva fornito per lunghi mesi il bene essenziale dell’acqua si rompe, imponendo l’urgenza di un attracco, di una riparazione o di un rifornimento.
La guardia costiera australiana pur nella consapevolezza che l’intera imbarcazione ed il suo equipaggio erano stati in isolamento per circa due mesi, ignorando la regola aurea del diritto della navigazione, negano l’approdo ma si impegnano a rifornire d’acqua l’imbarcazione, sempreché il “Lady Mary” sia in grado di pagare.
Inizia una lunga attesa che termina con la perentoria comunicazione via radio di lasciare le loro acque territoriali ledendo così non solo il diritto marittimo ma anche il diritto umano alla sopravvivenza. (Questo episodio, sperduto in un lontano atollo meridionale, la dice lunga dello stato di ansietà in cui la pandemia ha precipitato il mondo).
All’inaspettato venir meno della solidarietà umana ha provveduto la provvidenza con abbondanti acquazzoni che hanno rifornito le riserve idriche dell’imbarcazione e consentito di proseguire il viaggio in tutta sicurezza. All’amarezza dell’esperienza ha supplito la bellezza del viaggio, le grandi emozioni che la natura può dare, ed il grande piacere di condividere tutto questo con la propria famiglia.
Fabrizio Fattori
In copertina la foto della famiglia Klochkov inviata ai giornali
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