Le aringhe ricchezza senza fine
di Fabrizio Fattori
di Fabrizio Fattori
I grandi commerci che avevano luogo nell’area anseatica, cioè a dire, quell’area compresa tra Baltico, mare del Nord e le relative coste con al centro la città di Lubecca quale cuore pulsante dell’attività, si basavano prevalentemente su merci di scarso valore compensato dalla grande quantità che era possibile imbarcare su nuovi modelli di navi: le “cocche” poi sostituite dalle “orche” con castelli a poppa e prua, una sola vela, fasciame a clinker sovrapposto e capacità enorme di carico.
In particolar modo le aringhe cibo ortodosso per tutti i paesi della comunità cristiana osservante i principi penitenziali, costituirono la merce più scambiata nell’arco di secoli anche se la loro deperibilità aveva ridotto, in un primo tempo, l’area di commerciabilità, in favore del merluzzo essiccato. Nel XIV° secolo un pescatore olandese ideò un sistema di marinatura su aringhe parzialmente eviscerate (fegato e pancreas rimanevano in situ per conferire maggiore appetibilità), e pressate a strati in grandi botti in alternanza con grandi quantità di sale.
Questo garantiva una lunga conservazione ed ampliava l’area di commercio. Questo sistema insieme alla grande quantità dei banchi disponibili nel mar Baltico permisero lo sviluppo di questo commercio, posto nelle mani degli olandesi per lungo tempo.
Cronache del tempo raccontano che al momento della schiusa delle uova un ampio tratto di mare prospiciente il sud della Svezia, era così ricco di aringhe che era possibile pescarle a mani nude camminandoci direttamente sopra. Una quantità tale capace di arrestare la navigazione delle imbarcazioni. Questa attività aveva dato luogo ad estemporanee fiere commerciali lungo tutta la costa della Scania (sud della Svezia), che richiamavano migliaia di addetti alle attività di pesca, conservazione e commercio, anche da altri paesi limitrofi.
Il grosso del pescato finiva a Lubecca da dove si diramava per tutta l’area continentale e nord mediterranea. Si contarono fino a 70.000 barili in una sola stagione di pesca, imbarcati in decine di navi. Lubecca aveva anche il grande vantaggio di essere in grado di produrre grandi quantità di sale, grazie alle sue paludi salmastre del Luneburgo anche se a costi molto elevati e ben presto soccombenti al più economico sale francese.
Questa dinamica concorrenziale consentì di spostare ulteriormente verso sud il commercio di aringhe e quando questo entrò in crisi a causa di probabili cambiamenti climatici che spostarono sempre più a nord le aree di riproduzione, le relazioni instauratesi tra il nord ed il sud Europa si aprirono a nuovi scenari commerciali.
Fabrizio Fattori
In copertina Jacobus Storck: Het IJ bij de Nieuwe Brug gezien naar de Haringpakkerstoren (1685)
Il fiume IJ presso il Ponte Nuovo di Amsterdam, visto guardando verso la torre dei preparatori di aringhe – Dipinto e foto dell’Amsterdam Museum
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