L'affondamento della Bismarck
di Fabrizio Fattori
di Fabrizio Fattori
"Il destino degli eventi e degli uomini che li vivono spesso è legato a casualità apparentemente irrilevanti ma che nel corso del tempo diventano determinanti nel rendere possibile inimmaginabili epiloghi".
La corrazzata Bismarck (1939) rappresentava il più potente simbolo della marineria del Terzo Reich, forte delle sue 50.000 tonnellate di stazza, in barba ai limiti del Trattato Navale di Londra, capace di velocità intorno ai 30 nodi, con 2.000 uomini di equipaggio, poteva ritenersi inaffondabile grazie alla sua corazza in acciaio Wotan di 33 centimetri e al suo armamento di otto cannoni da 380 millimetri montati su quattro torrette capaci di sparare, ad intervalli di pochi secondi, granate da una tonnellata.
Adolf Hitler a bordo della Bismarck - Foto da www.24emilia.com
Nella tarda primavera del 1941 si trovava impegnata nell’operazione Rheinuebung che prevedeva il pattugliamento dell’Atlantico e l’intercettazione dei convogli inglesi diretti in nord Africa. La presenza della corrazzata, unitamente all’incrociatore Prinz Eugen, venne segnalata nel mar Baltico da un aereo RAF e confermata dalla resistenza norvegese.
Londra ne ricevette segnalazione in tempi relativamente brevi e predispose la caccia attivando gli incrociatori Norfolk, Suffolk, Manchester e Birmingham di stanza a Scapa Flow, nelle isole Orcadi, con compiti di pattugliamento di una vasta area tra Groenlandia e l’Islanda, mentre il compito di inseguimento e di attacco venne assegnato all’incrociatore da battaglia Hood e alla corrazzata Prince of Wales.
La Bismarck in navigazione fotografata dal Prinz Eugen - Foto da www.ischiaonline.it
Fu probabilmente la decisione del capitano della Bismarck ( Lutjens) a non effettuare il rifornimento di carburante nel fiordo di Kors, in Norvegia, a segnarne il suo destino. Questa decisione spinse quindi la corrazzata a raggiungere le acque islandesi dove era previsto un incontro con la nave cisterna Weissenburg e dove la presenza delle navi inglesi non era stata opportunamente valutata.
La necessità di sfruttare le molte ore di cielo coperto e di nebbia spinsero la Bismarck ad allungare il percorso rinunciando all’incontro con la nave cisterna che lo attendeva più a sud e ad inoltrasi nell’angusto stretto di Danimarca tra Groenlandia ed Islanda, dove inevitabilmente, grazie anche ad una temporanea schiarita, venne avvistata.
La prua della Bismarck - Foto da arcipelagoadriatico.it
Il compito degli incrociatori inglesi era quello di segnalarne la posizione alle unità da battaglia, tenendosi alla debita distanza ed evitando le bordate che la Bismarck aveva già iniziato ad effettuare. Il punto di transito della corrazzata tedesca sarebbe stato intercettato in poche ore di navigazione e malgrado venissero allertate altre unità inglesi come la portaerei Victorius, l’incrociatore Repulse e altri numerosi navigli anche dalle basi di Gibilterra, il timore sull’esito del primo significativo scontro tra le forse navali nemiche era elevatissimo.
Il comandante della Hood ( Holland) era consapevole che la gittata degli armamenti tedeschi era superiore e che quindi avrebbero potuto iniziare a sparare ancor prima che le navi inglesi avrebbero potuto trovarsi nella giusta distanza per iniziare, a loro volta, i cannoneggiamenti. Cambiamenti di rotta ed assetto di navigazione (la Bismarck si era spostata in coda) ritardarono l’incontro che avvenne alle prime ore del mattino del 24 maggio 1941.
L'incrociatore Hood - https://commons.wikimedia.org/wiki/File:HMS_Hood_h60404.jpg
Alcuni scelte errate posizionarono la Hood in modo tale che il suo potenziale di fuoco non potesse essere espresso al meglio, gli incrociatori Suffolk e Norfolk non vennero coinvolti nella battaglia per un errore di comando, la necessità di dividere il fuoco tra i due navigli tedeschi, misero ben presto in pericolo La Hood, che colpita ripetutamente affondò, lasciando solo tre superstiti su più di 1.500 marinai. Anche la Prince of Wales a sua volta colpita rinunciò alla battaglia allontanandosi tra la nebbia.
Le navi tedesche rinunciarono ad inseguirla anche perché la Bismarck aveva riportato danni a due serbatoi ed il loro contenuto inutilizzabile rendevano precaria l’autonomia di navigazione della corrazzata e soprattutto il mantenere una elevata velocità di crociera capace di gestire in sicurezza eventuali incontri con navi nemiche. Il mancato rifornimento in Norvegia sarebbe stato determinante per le successive scelte.
La Bismarck fotografata dal Prinz Eugene - Foto da www.milistory.net
La corrazzata tedesca fece rotta verso il porto di Brest nella Francia occupata a velocità sensibilmente ridotta, mentre il Prinz Eugen si dirigeva a sud. Gli inglesi si coalizzarono intorno all’imperativo “Affondate la Bismarck” espresso da Churchill nel corso di sovraeccitate riunioni e convogliarono un quantitativo enorme di navi da guerra sulla rotta della Bismarck.
Grazie alla ridotta velocità la corrazzata tedesca fu intercettata al largo delle coste francesi, ma non a una distanza tale da poter essere cannoneggiata. Dalla portaerei Victorius si levarono in volo in molteplici attacchi aerosiluranti Swordfish, ognuno con un solo siluro da 450 millimetri. Biplani tecnicamente superati e di scarsa efficienza, ma le sole armi da giocare in quella circostanza.
Una fase della battaglia - Foto da digilander.libero.it
Molti siluri andarono a vuoto, solo uno riuscì a centrare il punto debole della corrazzata l’area di controllo navigazione mettendone fuori uso i timoni e costringendo l’imbarcazione a ruotare su se stessa e scarrocciare verso nord, ovvero verso il grosso della flotta inglese.
Alle 8,15 del mattino del 27 maggio 1941 le navi inglesi presero posizione ed iniziarono a cannoneggiare. Le corrazzate Rodney e la King GiorgeV colpirono la prua della nave e ripetutamente le torrette riducendo il fuoco tedesco al silenzio. Alle 10,15 vennero sospesi i bombardamenti in attesa degli eventi.
La Bismarck si autoaffondò riempiendo il mare di naufraghi che vennero salvati solo in parte. Alcuni di questi rimasero in balia delle onde per diversi giorni per poi essere salvati da unità tedesche. Cinque fecero ritorno in Germania prima della fine della guerra con il perentorio ordine di non raccontare la fine della Bismarck.
Fabrizio Fattori
In copertina la Bismarck - Foto: https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Bundesarchiv_Bild_193-04-1-26,_Schlachtschiff_Bismarck_recolored.jpg - Recolored by User:Eclipse.sx
Ti Potrebbe Interessare Anche
Alla ricerca della longitudine
Navigare in mare aperto ha comportato sempre moltissimi rischi. Il conoscere l’esatta posizione confortava i naviganti, ma questo non fu possibile...
Il Moro, un corsaro a San Diego
Storia di vela e di Coppa America, ma anche di un grande uomo di mare e dell'industria. Coraggioso ed intrepido come un vero corsaro, come fu definito...
America's Cup, ''There is no second''
L'America's Cup è il più famoso trofeo nello sport della vela, nonché il più antico trofeo sportivo del mondo per cui...
Un paradiso chiamato Florida Keys
Oltre 800 isole coralline a sud di Miami, di cui 45 aperte ai turisti. Da Key Largo a Islamorada, da Marathon alla mitica Key West Le Florida...
Le 10 spiagge più belle del mondo
Spettacolari luoghi naturali dove terra, acqua e aria si incontrano per dare vita ai più suggestivi panorami mai visti; paradisi in terra dove il...
Florence Arthaud, la fidanzata dell'Atlantico
Florence Arthaud è stata una velista francese: Boulogne-Billancourt (Francia) 28 ottobre 1957 - Villa Castelli (Argentina) 9 marzo 2015, in un incidente...
I misteri di Rapa Nui
Tra gli innumerevoli luoghi dove le attività umane hanno lasciato nel corso dei secoli vestigia, tracce, o reperti che malgrado gli innumerevoli...
Mogador, l'isola della porpora
L’isola di Mogador, situata non lontano dalla citta’ di Essaouira in Marocco, nell’oceano Atlantico, cela le tracce di un sito risalente...
La Digue, l'isola paradiso alle Seychelles
La Digue è la quarta più grande isola abitata delle Seychelles, situata a est dell'isola di Praslin e a ovest di Félicité. Ha...