La Via Marittima della Seta
di Fabrizio Fattori
di Fabrizio Fattori
Il termine “Via della Seta” venne usato per la prima volta dal geografo prussiano Von Richthofen nel 1887 in un suo scritto sulla Cina e sintetizza come gli scambi tra oriente ed occidente fossero fortemente caratterizzati da questo ambitissimo prodotto che insieme alle porcellane, alle lacche, al tè alle spezie ai manufatti in metallo e ad altri oggetti di sublime artigianato, costituì per secoli la ragione dei commerci tra queste due importanti aree geografiche.
A questa rete stradale che collegava Cina, India, medio oriente ed area mediterranea, si aggiunse la così detta “Via Marittima della Seta” che poneva in relazione l’Oceano Pacifico occidentale con l’Oceano Indiano , il golfo Persico ed il mar Rosso fino al Mediterraneo e che insieme alla via fluviale, arrivava fino al Mar Caspio, a completamento di una rete di migliaia di chilometri.
Si ha traccia di commerci tra oriente ed occidente a partire dal II° secolo a.c. ma furono le dinastie cinesi Tang e Song (VI °/ XIII° d.c.) ad incrementare gli scambi potendo contare su una rete di città costiere in grado di assicurare riparo e fungere da terminali commerciali per la diffusione nell’entroterra.
Figura emblematica della via marittima della seta è Zheng He (1371 -1435) che ha lasciato nella così detta stele di Tian Fei Zhi Shen Ling Ying, una descrizione dettagliata dei suoi sette viaggi nella quale viene testimoniata non solo l’ampiezza dell’area geografica toccata (India ed Africa orientale comprese) dalla sua potente flotta, forte di decine di migliaia di marinai, ma anche la ricchezza degli scambi commerciali portati a termine oltre, naturalmente, alla dimensione culturale dei contatti avuti.
Altre testimonianze in tal senso ci pervengono da due importanti ritrovamenti archeologici di naufragi quello di Nan’ao e quello di Wanli. In quest’ultimo sono pervenute porcellane cinesi in stile rococò a conferma dell’inarrestabile osmosi tra culture che portò, in Europa, nel XVIII secolo ad un vero e proprio fanatismo per l’esotico cinese.
Fabrizio Fattori
Foto in copertina Statua di Zheng He a Malacca © hassan saeed from Melaka, Malaysia
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