La Liburna di Fiumicino
di Fabrizio Fattori
di Fabrizio Fattori
Un interessante esercizio di archeologia sperimentale è in corso, ormai da molto tempo, nei cantieri Carmosini a Fiumicino.
Si tratta di ricostruire, a grandezza naturale, una Liburna, nave da guerra romana, a lungo utilizzata nelle acque mediterranee, prima dai pirati illirici (Liburni) e poi, data la sua efficienza e manovrabilità, dalla marina romana. Anche grazie a questo tipo di imbarcazione Roma considerò a lungo il mediterraneo “Mare nostrum”.
Riprodotta sulla base di quanto rappresentato sulla colonna Traiana, e da altre fonti storiche, sarebbe destinata ad essere esposta permanentemente nel Museo delle Navi Romane a Fiumicino, peraltro ancora in via di completamento e forse di prossima inaugurazione.
Liburna romana
I maestri d’ascia l’hanno impostata nel suo insieme : uno scafo di oltre trenta metri con strutture a poppa e prua atte ad alloggiare il comando o ai combattimenti; postazioni per due ordini di rematori per un totale di sessanta vogatori, un rostro a prua, un solo albero e altri particolari che sono ancora in corso di definizione.
Infatti tale progetto, dovuto alla ferrea volontà dei Carmosini, langue, malgrado i molti apprezzamenti, e necessita di fondi per essere portato a termine. L’iniziativa è sostenuta dal “Saifo” comitato che mira alla realizzazione di un parco archeologico Ostia-Fiumicino, ma anche da facoltà universitarie (Sapienza e Roma tre), Assonautica, Comune e Regione, e ora anche da estimatori cinesi.
Malgrado questo sostegno “morale” sia di ampia soddisfazione per gli ideatori del progetto, è necessario reperire fondi che portino, nel più breve tempo possibile, al varo dell’imbarcazione completa, nella certezza che certo non mancheranno i sessanta volontari vogatori che le consentiranno un trionfale viaggio inaugurale nelle acque del Tevere.
Fabrizio Fattori
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