Il valore delle conchiglie
di Fabrizio Fattori
di Fabrizio Fattori
La diffusione della moneta, intesa come strumento di intermediazione negli scambi e come attribuzione di valore, risale a secoli prima della nostra era e caratterizza, originariamente, l’occidente classico.
Ma nel tempo molte furono le civiltà che sentirono il bisogno di qualcosa che rappresentasse il valore delle merci e che non fosse più basato sulla pratica del baratto, sempre alquanto incongruente rispetto ad un concetto di valore condiviso. Tra i tanti strumenti di intermediazione le conchiglie ebbero un ruolo primario per molti secoli in quelle società considerate primitive e strettamente legate al reperimento di tale risorsa.
Le popolazioni indigene del continente nord-americano usarono per circa 2.500 anni il “dentalium” (Antalis pretiosum) procurandoselo con ingegnosi strumenti in un’area limitata della costa canadese (Isola di Vancouver). Le aree geografiche che si avvalsero di questo strumento interessarono, primariamente, la costa del pacifico canadese ed americano e ampie porzioni interne di territorio americano.
Gli indiani nativi, pur apprezzando altre merci di valore come il rame, le pellicce, l’ossidiana o la giada, riuscirono ad imporre l’uso monetario del “dentalium” grazie al controllo della limitata area di provenienza e alla difficoltà di reperimento. Questo attribuì un significativo valore alle conchiglie condiviso da altre popolazioni delle aree sopra indicate.
Le tribù dell’area di raccolta avevano messo a punto un sistema di pesca che si avvaleva di uno strumento funzionale alle abitudini dei molluschi che abitavano in colonie numerose i banchi di sabbia a circa 15/20 metri di profondità. Si trattava di inabissare, dalle imbarcazioni, fasci di bacchette poste in verticale e tenute insieme da una specie di capsula lignea, spinte in basso da pesanti zavorre e collegate alle imbarcazioni da una robusta asta.
Arrivate sul fondo queste trappole lasciavano penetrare per qualche centimetro nel banco di sabbia le punte aguzze e, dopo la dovuta attesa, si riempivano dei molluschi che trovavano negli spazi tra le bacchette un sicuro riparo. La fragilità delle imbarcazioni e le difficoltà ambientali rendevano quanto mai arduo il risultato e questo accresceva enormemente il valore delle conchiglie.
La conchiglia a forma di piccola zanna veniva svuotata del suo contenuto e infilata in cordicelle che si prestavano, non solo ad essere raccolte in quantità prestabilite, ma anche essere tessute come ornamenti insieme a perline di vetro colorato e altre conchiglie.
La raccolta e l’uso dei “dentalium”, presente ancora nelle tradizioni locali, sempre più con una valenza esclusivamente decorativa, sanciva il potere ed il benessere di quelle tribù che detenevano l’esclusiva della pesca testimoniata dalla ricchezza degli abiti e dei copricapo che oggi sono presenti nelle collezioni museali e che nel passato definivano l’invidiato status sociale di alcune tribù canadesi.
Fabrizio Fattori
In copertina foto di 5933179 da Pixabay
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