Gunkanjima: l'isola fantasma, set del film di 007 Skyfall
di Chiara Salvadori
di Chiara Salvadori
L'isola di Hashima, sperduta tra le 505 isole disabitate della prefettura di Nagasaki, in Giappone, è un luogo spettrale e affascinante, meta di un insolito turismo avventuroso e alternativo.
L'isola è chiamata anche Gunkanjima, che significa "nave da guerra", per via dell'aspetto che assume il suo profilo sul letto dell'Oceano: un'isola grigia e decadente, circondata da un grande muro di cemento e i cui edifici prossimi al collasso vanno a delineare la forma di una specie di grande nave da guerra. Questa misteriosa isola fu costruita sopra un'importante miniera di carbone (di proprietà della Mitsubishi) che, nel periodo compreso tra il 1887 ed il 1974, contribuiva notevolmente a rifornire di energia la città di Nagasaki, che si trovava ad un'ora di navigazione.
Era un polo minerario talmente importante che decisero di costruire centinaia di appartamenti per i minatori, con scuole, ospedali, palestre, cinema, bar, ristoranti e negozi per le rispettive famiglie. Furono costruiti anche i primi edifici in cemento armato della storia del Giappone, per difendersi dai frequenti tifoni che si abbattono su quelle zone. Nel 1959 l'isola di Hashima arrivò ad avere la più alta densità di popolazione mai registrata in tutto il mondo: ben 3.450 abitanti per km².
Gli appartamenti erano come delle celle per monaci, piccoli e soffocanti, e gli abitanti erano suddivisi in "caste": minatori non sposati, minatori sposati e con famiglia, e dirigenti della Mitsubishi e insegnati, che potevano persino godere del lusso di avere una cucina e un bagno privato. La sopravvivenza di Hashima dipendeva interamente dai rifornimenti via terra e se un tifone si abbatteva sull'isola, i suoi abitanti dovevano cercare di sopravvivere per giorni in attesa della prossima nave cargo.
Nel periodo di massima attività l'isola produceva 410.000 tonnellate di carbone all'anno, una produzione intensa che andava però a discapito della vita umana. Fu per questo motivo che nella miniera venivano impiegati soprattutto prigionieri coreani e cinesi. Molti minatori persero la vita a causa della fame e delle scarse condizioni igeniche dell'isola... Dal racconto di Suh Jung-Woo, coreano costretto a lavorare sull'isola ed intervistato nel 1983:
"Nonostante il lavoro massacrante, i nostri pasti consistevano semplicemente per l'80% di fagioli, e 20% riso bollito con qualchesardina. Quasi ogni giorno soffrivo di diarrea, e la mia forza gradualmente se ne andò. Ho provato a riposarmi, ma le guardie arrivavano e mi costringevano a lavorare...non so quante volte ho pensato a buttarmi in mare ed annegare...
L'isola in attività
...Quaranta o cinquanta dei miei compagni coreani si sono suicidati o sono annegati tentando di raggiungere Takahama. Io non so nuotare. Ma fui fortunato. Dopo cinque mesi fui trasferito alla fabbrica della Mitsubishi di Saiwai-Machi, a Nagasaki, e fui in grado di lasciare l'isola. Se fossi rimasto, non sarei vivo ora. Oggi le persone chiamano l'isola 'Battleship Island', ma per noi era 'Prison Island', senza possibilità di fuga."
L'isola di Hashima fu abbandonata dopo che il petrolio iniziò a sostituire il carbone come fonte di energia. Dal 1974 Gunkanjima è una città fantasma.
Scalinata settore residenziale prima e dopo - Foto da www.engeene.it
Nonostante sia stato un luogo di sofferenza, di stenti e di morte, Hashima rappresenta un importante pezzo di storia per il Giappone e il suo sviluppo industriale post-bellico. Oggi l'isola è un cimitero di edifici decadenti e destinati al crollo ma, proprio per il suo fascino spettrale, è meta di appassionati di esplorazione urbana e di cineasti. E' stata infatti set di film quali "Battle Royale II: Requiem" (2003) e "Inception" (2010), e del videoclip "My Lonely Town" della rock band giapponese B'z. Nel 2009 è comparsa anche in un episodio del documentario della BBC "Life After People". Nel 2012 è stato uno dei set del 23º film di spionaggio della serie di 007 "Skyfall".
Nel 2005 fu concesso ad alcuni giornalisti di accedere all'isola e da allora tutto il mondo è venuto a conoscenza dell'esistenza di questo luogo incredibile. Fino al 2009 si rischiava il carcere se si provava a mettere piede nella città fantasma ma, nell'aprile di quell'anno, una parte dell'isola è stata riaperta per le visite, anche se, a causa delle condizioni del mare, è possibile accedervi solo per 160 giorni l'anno.
L'isola di Hashima
Per chi volesse intraprendere questo avventuroso viaggio verso l'isola fantasma può consultare questo sito, purtroppo solo in giapponese: sito web di Gunkanjima.
Per ulteriori informazione in inglese visitate il sito Gunkanjima mini-tour.
Chiara Salvadori
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