Scenari competitivi e trasformazioni strutturali dell’economia del mare. Il Rapporto 2024 del SRM
di Nicola Silenti

di Nicola Silenti
La competitività dell’economia del mare in una prospettiva di sviluppo del Paese e di autonomia strategica europea con analisi e approfondimenti del sistema mare diventa ancora una volta, come amiamo ricordare su queste pagine, una accurata ricerca realizzata da SRM nel suo annuale rapporto 2024 che segue la pubblicazione “Port infographics 2024”, notevolmente ampliata con vasti richiami ai nuovi scenari e le trasformazioni del settore marittimo dell’area Euro-Mediterranea.
L’undicesimo Rapporto Annuale 2024-realizzato anche grazie al contributo del MOST-Centro nazionale per la mobilità sostenibile- confermando il valore strategico dei trasporti marittimi, elenca nella sua corposità-300 pagine- dati aggiornati ed analisi dettagliate utili a definire una strategia chiara a favore dell’economia del Mare elencando le già rilevanti potenzialità del comparto e contribuendo in modo significativo al suo sviluppo e alla sua competitività, nell’ottica più generale di un rilancio su scala produttiva e territoriale dell’intero sistema Paese non disdegnando di analizzare i grandi scenari che stanno interessando i trasporti marittimi anche alla luce di quanto accade nel Canale di Suez con assalti alle navi in transito nel Mar Rosso da parte degli Houthi.
Ci piace segnalare che il 26 settembre, in occasione del World Maritime Day 2024 ,è stato possibile scaricare la versione digitale gratuita del suddetto Rapporto che, secondo quanto dichiarato da Massimo Deandreis, Direttore Generale SRM “si conferma protagonista nell’analisi della economia marittima ,uno dei pilastri su cui si regge il sistema produttivo nazionale ed europeo poiché è attraverso lo shipping, portualità e logistica che si muove l’import-export nazionale e europeo”.
Tutti i dati e le informazioni contenute nel Rapporto sanciscono una importanza fondamentale per gli addetti ai lavori in quanto vengono analizzate tutte le direttrici che influenzano l’economia del mare partendo “dagli scenari internazionali della portualità e dello shipping,dal mercato delle materie prime e le relative filiere logistiche”, ''continuando con l’analisi dei grandi scali del Nord Europa con richiami ai porti turchi, egiziani e spagnoli” concludendo e non poteva essere altrimenti,con “le zone economiche speciali e la transizione energetica nello shipping”.La reale portata dell’economia marittima italiana emerge dall’analisi delle pagine del Rapporto laddove viene segnalato che la portualità italiana svolge un ruolo prioritario con un valore prodotto pari a 8,1 miliardi di euro-il 17,5 del totale dell’economia del mare-e che nel 2023 i porti italiani hanno movimentato oltre 474 milioni di tonnellate di merci con l’ormai nota supremazia mondiale della nostra flotta nei servizi RO-RO con 7 porti della penisola nei primi 10 porti europei del Mediterraneo con l’interessante notizia che il 47% del traffico marittimo del Paese passa attraverso i porti delle regioni del Sud rendendo il Mezzogiorno una area strategica per l’Italia.
In sintesi il Rapporto contiene una grande varietà di dati, notizie e approfondimenti utili, come già detto, per gli operatori, gli addetti ai lavori e le istituzioni che dovranno, a nostro parere, tenere in considerazione anche quanto delineato nel Rapporto per vincere la sfida della competitività del sistema marittimo e portuale italiano che merita di essere sostenuto e supportato da una macchina amministrativa nazionale meno improntata alla burocrazia e più orientata all’efficienza ,spostando l’attenzione mediatica generale verso chi lavora nel mare e per il mare e, a tale proposito, non bisogna dimenticare i lavori del CIPOM che deve individuare appieno le linee strategiche delle politiche del mare. Detto Comitato, attraverso le sue articolazioni, deve continuare il percorso di centralizzare la “governance” del mare e ridare slancio e speranza all’universo marittimo italiano con un punto saldo di riferimento verso cui far convergere le criticità del settore marittimo che, ricordiamo, è uno settori più vitali della economia italiana.
Nicola Silenti
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