L’entrata in vigore del nuovo codice della nautica offre l’occasione per una riflessione su un settore da sempre orgoglio del nostro Paese, e sul ruolo che alcune nostre grandi città, come La Spezia (il Golfo dei Poeti), potranno avere nei prossimi anni proprio in questo comparto.
Il nuovo codice migliora l’esistente confermando la validità dell’impianto del codice approvato dal Parlamento nel 2003. Diversi e assai apprezzabili i miglioramenti introdotti a livello operativo, tutti nel segno di una maggiore semplificazione delle procedure nell’interesse degli utenti: l’introduzione dell’archivio telematico e lo sportello telematico del diportista, il consolidamento a livello legislativo del bollino blu per evitare la duplicazione dei controlli a bordo, la conferma della non iscrizione dei natanti fino a 10 metri, le semplificazioni nell’uso della targa di prova, i chiarimenti operativi per facilitare l’accesso alle operazioni di leasing bancario, il riconoscimento all’assistenza e all’ormeggio nei porti turistici anche se non c’è posto in caso di avaria e maltempo, l’obbligo di mantenere sempre nei porti turistici un 8% di posti liberi per i natanti in transito, la fissazione di limiti temporali stringenti (20 giorni) per il rilascio dei documenti e il nulla osta per la cancellazione dai registri.
Se tutto ciò è vero, è facile prevedere che al prossimo Salone di Genova si registreranno indici assai positivi per la nautica nazionale, con il superamento in via definitiva di quella fase di crisi iniziata nel 2008 e aggravata con il decreto del governo Monti del 2011.
In questo contesto, la città della Spezia e il Golfo dei Poeti possono ambire a diventare la capitale della nautica in Italia.
La Liguria è già da anni la regione più importante in Italia per la nautica, con il Salone Nautico di Genova, i porticcioli del Ponente e del Levante, la percentuale di posti barca esistenti sulle coste e le realtà produttive a Genova, Spezia e nel savonese. Alla Spezia già operano i principali protagonisti del settore che da anni hanno organizzato i loro cantieri e programmato le loro azioni di sviluppo scommettendo proprio sul territorio (Cantieri San Lorenzo, Ferretti, Benetti, Perini ecc.)
All’interno del Golfo operano due grandi porticcioli turistici (Porto Lotti e Porto Mirabello), oltre ad altri porticcioli di minori dimensioni. Attorno a queste realtà sono sorte e cresciute centinaia di piccole imprese che hanno saputo creare un reticolo importante nelle riparazioni e nell’assistenza ai natanti.
Per diventare la capitale della nautica in Italia e consolidare questo ruolo, però, occorrerebbe che le istituzioni rappresentative, gli operatori del settore e la pubblica opinione si convincessero del valore di queste potenzialità e all’unisono lavorassero per affrontare e risolvere tre problemi di diverso peso e di diverso valore. Primo: consentire la costruzione di un grande cantiere per la riparazione dei natanti oltre i 20 metri. Secondo: favorire la realizzazione di un Hotel Cinque Stelle in grado di ospitare il turismo congressuale. Terzo: trasferire fuori del Golfo il Terminal della Snam di Panigaglia.
L’ultimo dei problemi sopra indicati è di difficile risoluzione ma non irrisolvibile, perché in tutto il mondo sono in corso operazioni del genere, l’uso delle più moderne tecnologie può aiutare a trasferire lontano dalla zone abitate questi terminali e, infine, perché i vertici dell’Eni, interpellati sul caso, in passato non hanno escluso la fattibilità di un simile progetto.
Occorrerebbe da subito un accordo che coinvolga le amministrazioni locali interessate e la Regione Liguria per formare un’autorevole delegazione in grado di trattare al massimo livello con l’Eni il trasferimento dell’impianto di Panigaglia a 10-15 miglia.
Luigi Grillo
Già presidente VIII Commissione Senato
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