Accordo tra Camera Arbitrale Internazionale e ANSOD: l’arbitrato nautico guarda al futuro con radici nella storia
di Nicola Silenti

di Nicola Silenti
In un momento in cui il settore nautico richiede strumenti agili e specializzati per la risoluzione delle controversie, a Messina nasce un’intesa che guarda al futuro, senza dimenticare le radici profonde del diritto marittimo. Il Protocollo tra Camera Arbitrale Internazionale e ANSOD riporta alla luce l’eredità del Consolato del Mare, antico modello di giustizia del mare, adattandolo alle esigenze della nautica moderna.
Accordo tra Camera Arbitrale Internazionale e ANSOD: l’arbitrato nautico guarda al futuro con radici nella storia
Un importante passo verso la diffusione della cultura dell’arbitrato nella nautica è stato compiuto a Messina, dove si è tenuto il convegno “Il Tribunale Arbitrale della Nautica. Strumento deflattivo e opportunità applicativa”, presso l’Ordine degli Avvocati. L’incontro, patrocinato dallo stesso Ordine e dal Propeller Club Port of Messina, è stato l’occasione per la stipula di un Protocollo di Intesa tra la Camera Arbitrale Internazionale e l’Associazione Nazionale STED Operatori del Diporto (ANSOD).
Il protocollo sancisce un’alleanza strategica tra due realtà che condividono l’obiettivo di promuovere strumenti alternativi di risoluzione delle controversie (ADR), capaci di garantire maggiore rapidità, competenza e sostenibilità nei procedimenti giuridici legati al settore del diporto nautico.
A sottolinearne l’importanza, nel corso dei saluti istituzionali, è stato il presidente di ANSOD, Luca Ricciardi, che ha ribadito il valore dell’inserimento della clausola compromissoria nei contratti della nautica. Un passaggio fondamentale, ha spiegato, per favorire la prevenzione e la gestione efficiente dei contenziosi nel settore.
Significativo anche l’intervento del Consigliere del Ministro per la Protezione Civile e le Politiche del Mare, Contrammiraglio (CP) Rosario Marchese, che ha evidenziato il ruolo strategico della portualità turistica nel contesto economico e territoriale del Paese. Il ricorso all’arbitrato, ha sottolineato, rappresenta una scelta coerente con l’esigenza di modernizzazione del comparto marittimo.
L’avvocato Giacomo Alberto Irrera, esperto in diritto ed economia del mare, ha quindi tracciato un quadro chiaro dei benefici dell’arbitrato nautico, illustrandone l’efficacia come strumento rapido, specializzato e funzionale per tutti gli attori della filiera marittima.
A concludere i lavori è stato l’avvocato Alfonso Mignone, presidente del Tribunale Arbitrale della Nautica, il quale ha colto l’occasione per ricordare che l’esperienza del Tribunale Arbitrale si inserisce in una lunga e nobile tradizione giuridica siciliana, radicata nella storia marittima del Mediterraneo.
“Il Tribunale Arbitrale della Nautica si ispira, per metodo e finalità, all’esperienza storica del Consolato del Mare di Messina, istituito nel periodo aragonese grazie alle lungimiranti riforme dei re di Sicilia e rimasto in vigore fino al 1819. Quel tribunale marittimo specializzato rappresentava già allora una forma avanzata di giustizia settoriale e vicina agli operatori. In questo solco si inserisce oggi l’impegno della Camera Arbitrale Internazionale: promuovere la risoluzione delle controversie attraverso l’arbitrato, a vantaggio di imprese, professionisti e di tutto il sistema nautico nazionale”, ha dichiarato Mignone.
Con questa iniziativa, Messina si conferma non solo crocevia di tradizioni giuridiche millenarie, ma anche laboratorio di innovazione istituzionale per un settore, quello del diporto nautico, che richiede risposte tempestive, specializzate e orientate al futuro.
Nicola Silenti
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