AS -Tutto nasce circa cinque anni fa, durante il boom dell'industria degli superyacht. Ogni cantiere e designer presentavano concept e imbarcazioni sempre più grandi.
La visibilità del progetto era strettamente vincolata alla possibilità di garantire alcuni metri extra rispetto alla concorrenza. In quel momento ho realizzato che si stavamo iniziando una competizione senza vincitori e mi sono posto la seguente domanda: "come posso ideare uno yacht che, a prescindere delle dimensioni, sia il più attraente della baia?"
La risposta è stata Dune. La base di LCD è una tavolozza semplice, pulita dalla quale poter partire. Lo schermo può essere aggiornato ogni settimana con colorazioni differenti. Specialmente durante le ore notturne questa soluzione non passa inosservata.
Quali differenze hai riscontrato tra la progettazione in campo aeronautico e lo yacht design?
AS - Ci sono punti in comune e differenze. In campo aeronautico ci sono senza dubbio più vincoli. Si parte da una forma cilindrica e il processo progettuale è molto simile al interior design.
Lo yacht design è un campo molto ampio, si lavora su può scafi, su più ponti. Mi piace sperimentare con i volumi per creare nuovi spazi all'interno delle imbarcazioni.
Tra i due diciamo che lo yacht design lascia più libertà di manovra al progettista.
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Vela o motore? Quale tipologie/ dimensioni prediligi?
AS - La risposta dipende se rivolgiamo la domanda all'Arman-designer o al mio spirito da velista.
Da velista noto purtroppo che la tradizione lasciata in eredità dalla barca a vela si sta un poco perdendo. In termini di dimensioni le imbarcazioni piccole sono senza dubbio una sfida, ma è per questo che siamo qui: per risolvere il puzzle.
Le imbarcazioni grandi hanno invece un'identità forte: il designer deve essere in grado di tramutarle in un brand, un simbolo iconico.
Ritengo che per un designer la carriera perfetta sarebbe quella di fare un poco di tutto, non fissarsi solamente su una dimensione o tipologia. Mi auguro di poter lavorare su un'imbarcazione diversa ogni anno.
Il futuro è elettrico o ibrido?
AS - Sicuramente il futuro sarà una propulsione green.
Non vedo alternative, dovremo essere in grado di innovare. Resta ancora molto da fare: al momento l'ibrido è una realtà mentre l'elettrico non lo credo realizzabile nel prossimo futuro.
Molta gente che non ha particolare familiarità con il nostro settore non si rende conto di quanta energia serve per spostare un fluido come l'acqua: parliamo di mille volte in più se lo compariamo con l'aria.
Seppur lontano vedo un futuro elettrico. Da dove proverrà l'elettricità è un'altra bella sfida.
Matteo Bugliari
Le immagini dei rendering sono state gentilmente concesse da Arman Swilsson