Nel cuore del Solent, tra Cowes e Lymington, una piccola grande presenza continua a sollevarsi dalle acque: Tern, un cutter Solent One-Design varato nel 1897. Nel linguaggio dei marinai inglesi una tern è una rondine di mare: leggera, instancabile, capace di volare per migliaia di chilometri sopra le onde. Quando un giovane armatore di Southampton battezzò così la sua nuova barca a vela, forse non immaginava quanto quel nome sarebbe stato profetico. Oggi, a più di un secolo di distanza, Tern continua a navigare nel Solent, tra Cowes e Lymington, come una testimone silenziosa di un’epoca in cui la vela era ancora fatta di legno, canapa e poesia.
L’alba di una classe
Alla fine dell’Ottocento, la vela britannica viveva la sua età dell’oro. I porti del sud dell’Inghilterra erano pieni di cutter eleganti, costruiti nei cantieri di Itchen Ferry e Cowes per un’élite di armatori gentiluomini che amavano regatare la domenica e discutere di tecnica nei club di yacht. Ma quella passione stava diventando costosa e troppo complessa: barche sempre più grandi, equipaggi numerosi, regole intricate. Serviva un ritorno alla semplicità.
Fu allora che Linton Hope, giovane progettista e velista del Royal Thames Yacht Club, disegnò la nuova classe “Solent One-Design”: cutter lunghi circa 9 metri, costruiti interamente in legno, tutti identici per dimensioni e piano velico. Barche pensate per regatare tra amici, senza eccessi, ma con stile. La Tern, costruita nel 1897 dai White Brothers di Itchen Ferry, fu una delle prime cinque unità varate di quella serie.
Linee di mare e d’arte
Vista da vicino, Tern è una piccola opera d’ingegneria e artigianato. Lo scafo, in pitch pine su ordinate di quercia, ha una linea dolce e tesa: prua slanciata, poppa a specchio, chiglia sottile. Il piano velico è semplice: randa aurica e due fiocchi. Non c’è nulla di superfluo, ma ogni dettaglio rivela una cultura marinara profonda. L’interno è essenziale: due cuccette, una cambusa minima, un tavolo da carteggio in teak, una lanterna in ottone sospesa sopra il timone.
La Tern era pensata per la leggerezza e l’equilibrio. In regata sapeva sorprendere: con vento leggero era quasi imbattibile, grazie al suo dislocamento ridotto e alla carena pulita. I giornali nautici del tempo la descrivevano come “una barca che danza sull’acqua più che tagliarla”.
Vita breve, lunga memoria
Per i primi dieci anni Tern partecipò a regate sociali nel Solent e nel canale della Manica, vincendo alcune prove minori. Il suo primo armatore, H. C. Mason, era un medico appassionato di mare. Scrisse nel suo diario, oggi conservato presso il Royal Thames Yacht Club:
“Non possiedo una barca, possiedo un pezzo di respiro del mare.”
Poi venne la guerra. Molte piccole imbarcazioni furono vendute, demolite o dimenticate. Tern sopravvisse, nascosta per anni in un capannone di Poole Harbour, mentre le onde del tempo le consumavano la vernice e il nome sbiadiva sulla poppa.
Negli anni Cinquanta, un pescatore la comprò per poche sterline e la trasformò in barca da lavoro. Fu allora che perse il suo albero originale e parte del ponte. Per decenni visse così, senza gloria, ma ancora galleggiante.
Il ritorno alla luce
Nel 1980, un giovane restauratore di Lymington, Peter Redfern, trovò Tern in un cantiere semiabbandonato e decise di salvarla. La barca era marcia in molte parti, ma la struttura portante era intatta. Ci vollero cinque anni per ricostruire chiglia, fasciame e albero, rispettando il disegno originale di Linton Hope recuperato negli archivi del Royal Thames Yacht Club.
Il restauro fu un atto d’amore, non di collezionismo. Peter raccontò:
“Non volevo riportarla ai fasti, volevo solo che tornasse a sentire il vento.”
Nel 1985 Tern tornò in mare, partecipando al raduno “Yachts of the Century” a Greenwich. Da allora, ha preso parte a numerosi eventi di vela classica, navigando ancora a vela pura, senza motore ausiliario, come quando fu varata.
Il presente di una signora del passato
Oggi Tern è ormeggiata a Lymington, curata con dedizione da un armatore privato che preferisce restare anonimo. Ogni primavera viene riportata in acqua e prende parte ai raduni del Classic Yacht Club Solent. Non ha un equipaggio fisso: a bordo si alternano amici, appassionati, studenti di architettura navale che imparano più toccando il suo legno che leggendo un libro.
La barca non è un museo: naviga, sbanda, si bagna di sale, vive. E quando in rada le vele si gonfiano e il suo nome torna a brillare sulla poppa, sembra di vederla sorridere.
In oltre cent’anni di vita, Tern ha attraversato guerre, abbandoni, restauri e tempeste, ma ha mantenuto ciò che più conta: la leggerezza. Come l’uccello di mare da cui prende il nome, continua a spostarsi con eleganza, senza peso, senza rumore.
Scheda tecnica – Tern (1897)
- Progetto: Linton Hope
- Cantiere: White Brothers, Itchen Ferry (Southampton, UK)
- Anno di costruzione: 1897
- Tipo: Cutter Solent One-Design
- Materiale: Pitch pine su quercia
- Lunghezza fuori tutto: 9,5 metri
- Larghezza massima: 2,4 metri
- Pescaggio: 1,4 metri
- Armo velico: Cutter con randa aurica e due fiocchi
- Superficie velica: circa 45 m²
- Motore ausiliario: nessuno (vela pura)
- Restauro: Berthon Boat Co., Lymington, 1980–1985
- Registro: National Historic Ships UK, n. 2712
Un simbolo di leggerezza e fedeltà
Tern non è la barca più famosa tra le d’epoca britanniche, ma forse è una delle più sincere. Non nacque per vincere, ma per navigare con grazia. Non appartiene a un museo, ma al mare stesso. Ogni volta che lascia il porto di Lymington, il suo scafo di legno lucido riflette il cielo del Solent, e sembra ricordarci che la vera eleganza non ha bisogno di tempo né di testimoni. Basta il vento giusto e il coraggio di chi, come lei, non smette mai di tornare in mare.
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