Lo yacht Tarantella, donato alla Marina Militare, rinasce ai Cantieri Navali di La Spezia
La barca, lunga 16,70 metri, verrà risanata del fasciame dell’opera viva per la stagione di regate di vele d’epoca in Mediterraneo. Tarantella è diventata la 15^ vela storica della Marina Militare
Ufficio Stampa Paolo Maccione e Sandro Bagno
13/02/2025 09:15
Dopo la recente donazione alla Marina Militare lo yacht a vela Tarantella, costruito in legno nel 1969 dal cantiere Carlini di Rimini su progetto di Sparkman & Stephens, è in corso di restauro presso i Cantieri Navali di La Spezia.
La barca, lunga 16,70 metri, verrà sottoposta al risanamento del fasciame dell’opera viva per prepararsi alla stagione di regate di vele d’epoca in Mediterraneo. Tarantella è diventata la quindicesima vela storicain legno entrata a fare parte della flotta storica di imbarcazioni della Marina Militare. Accanto a lei il cantiere ospita altri scafi d’epoca e classici, tra i quali Alcor del 1964, Jalina del 1946, una lancia a vela progettata da Carlo Sciarrelli e lo yawl Aleph costruito in Germania nel 1951, già protagonista di alcune traversate atlantiche.
“TARANTELLA” AI CANTIERI NAVALI DI LA SPEZIA
A destra, Tarantella all'interno dei Cantieri Navali di La Spezia (Foto P. Maccione)
Non è la prima volta che i Cantieri Navali di La Spezia (www.cnlaspezia.com), fondati nel 1966 e oggi guidati dal 30enne Marco Agnese, ospitano importanti imbarcazioni storiche a vela della Marina Militare, come è successo già in passato per Stella Polare del 1965, Chaplin del 1974 e Artica II del 1956. Stavolta le maestranze sono state incaricate di intervenire su Tarantella, entrata ufficialmente a fare parte del naviglio della Marina dal mese di dicembre 2023, momento in cui Peter Schmidt, l’ex armatore tedesco, ne ha fatto dono alla Forza Armata.
Tarantella, progetto numero 1961 del famoso studio di progettazione newyorchese Sparkman & Stephens, è stata costruita a corsi unici di fasciame longitudinale di mogano dal cantiere romagnolo Carlini di Rimini e varata nel 1969. Lunga 16,70 metri e larga 4,44 metri, è armata a sloop bermudiano in testa d’albero, con la timoneria a ruota, un pescaggio di 2,53 metri e un dislocamento pari a 20 tonnellate.
LA STORIA DI TARANTELLA
Lo scafo verniciato a coppale di Tarantella (Foto P. Maccione)
Successivamente al varo Tarantella prese parte a una Transadriatica e nel 1971 partecipò alla famosa regata del Fastnet, in Inghilterra. Tra i successi in regata conseguiti in passato le vittorie nel 1970 e 1972 al Campionato del Mediterraneo nella 1^ Classe RORC, alla Giraglia del 1975 e alla Coppa del Re del 1991. Ha navigato principalmente in Mar Tirreno, Francia e Spagna, è stata associata all’AIVE (Associazione Italiana Vele d’Epoca) e partecipato a numerose competizioni con al timone anche il velaio-velista Beppe Zaoli, autore delle vele.
Fino al 2013 ha fatto base presso lo Yacht Club Italiano di Genova e nei primi anni Duemila il Cantiere Navale Pasqui di Villefranche-sur-Mer ha rifatto il ponte di coperta. A gennaio 2024, dopo il passaggio di consegne alla Marina Militare, ha lasciato il porto di La Valletta a Malta, dove ha stazionato nel corso dell’ultimo decennio, per una navigazione di 600 miglia fino all’Accademia Navale di Livorno. Qui è entrata a far parte delle imbarcazioni della Sezione Velica di Livorno, aggiungendosi alle altre classiche Chaplin e Gemini.
I LAVORI DI RESTAURO IN OCCASIONE DEI 90 ANNI DI MARIVELA
Il Maestro d'Ascia Andrea Balistreri lavora sul fasciame di Tarantella (Foto P. Maccione)
Dopo l’ingresso in cantiere si è provveduto al distacco del bulbo in piombo di Tarantella e al risanamento di alcune marciscenze locali. Poi è iniziata l’operazione di sostituzione di circa 60 metri lineari delle tavole di fasciame, di spessore variabile tra 30 e 40 millimetri, accostate, incollate e saldamente avvitate sulle ordinate in lamellare di rovere.
Il bulbo verrà riposizionato con 12 nuovi perni in acciaio del diametro di 35 millimetri, ognuno dotato di una “tasca” laterale per la successiva colatura del piombo fuso, poi sigillato alla chgilia con prodotti siliconici strutturali.
Gli interventi sull'opera viva di Tarantella, privata temporaneamente del bulbo (Foto P. Maccione)
Per gli interventi di ebanisteria sono stati coinvolti i maestri d’ascia Michele e Andrea Balistreri della Spezia, padre e figlio, già autori di numerosi interventi di refitting a bordo di imbarcazioni in legno.
Supervisore delle attività è il lunigianese Moreno Cantinotti, direttore operativo dei Cantieri Navali di La Spezia.
Il bulbo di Tarantella con i 12 perni in acciaio (Foto P. Maccione)
Il ritorno alle competizioni di Tarantella avviene in occasione di un importante anniversario.
Nel 2025 si celebrano infatti i 90 anni dello Sport Velico della Marina Militare (SVMM), la struttura che, attraverso 13 Sezioni Veliche sparse in tutta Italia, gestisce e coordina l’attività formativa e regatistica del personale militare.
LE ALTRE VELE CLASSICHE AI CANTIERI NAVALI DI LA SPEZIA
Le vele classiche presso i Cantieri Navali di La Spezia (Foto P. Maccione)
Osservare un capannone pieno di scafi storici in legno conferma il desiderio di tanti armatori di volere continuare a mantenere in vita imbarcazioni dal fascino intramontabile.
Tra queste un 30 metri che ha appena compiuto 50 anni e una piccola lancia a vela lunga circa 6 metri disegnata da Carlo Sciarrelli, il Maestro triestino della progettazione di barche classiche. Accanto a loro Alcor, cutter Marconi varato in Francia nel 1966 su progetto di Jean Boudignon e appartenuta ad un ammiraglio francese, tornata ai Cantieri Navali di La Spezia dopo alcuni primi interventi al fasciame di mogano già eseguiti un paio di anni fa.
Da sinistra, Moreno Cantinotti, direttore operativo dei Cantieri Navali di La Spezia, con Michele e Andrea Balistreri, padre e figlio Maestri d'Ascia (Foto P. Maccione)
Nazionalità d’Oltralpe anche per Jalina, un “poppa a canoa” varata nel 1946 dal cantiere Jouet su progetto di Eugène Cornu. Infine Aleph, lo splendido yawl Marconi lungo 16 metri di proprietà del cantiere varato nel 1951 dal cantiere tedesco Abeking & Rasmussen su progetto di quest’ultimo.
Con il precedente proprietario, lo yachtsman Mario Pirri, successivo armatore di Latifa, aveva attraversato l’oceano Atlantico per quattro volte, di cui tre in solitario. Oltre all’ordinaria manutenzione, su Aleph si è intervenuti per risanare una parte del fasciame in legno di mogano.
LA FLOTTA STORICA DELLA MARINA MILITARE
Oggi sono ben 15 gli scafi in legno, varati tra il 1858 e il 1983, che compongono la flotta storica di imbarcazioni della Marina Militare. Tarantella, ultima arrivata, è la sesta barca donata da armatori privati. Le più grandi e conosciute navi a vela sono invece costruite in acciaio, a partire dal veliero Amerigo Vespucci del 1931 (101 metri), la nave goletta Palinuro del 1934 (69 metri) e il brigantino goletta Nave Italia del 1993 (61 metri). Il primato di unità a vela più antica spetta al cutter aurico Sorella del 1858, donato nel 2022 dall’imprenditore padovano Renato Pirota alla Marina Militare e oggi impiegato per l’addestramento degli allievi della Scuola Navale Militare Francesco Morosini di Venezia.
Di seguito la flotta storica, ordinata per anno di varo:
Galatea del 1968, una delle 4 barche gemelle insieme alle sopracitate Penelope, Nausicaa e Calypso, è stata ceduta dalla Marina Militare a un’associazione campana che la impiega per l’insegnamento della vela a favore dei giovani. Il ketch Marconi Orsa Maggiore, lungo 28 metri e anch’esso adibito alla formazione degli allievi della Marina Militare, è stato invece varato nel 1994 ed è costruito in materiale composito di carbonio, kevlar e vetroresina.
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