Lo Tsunami, la devastante ''Grande Onda''
di Fabrizio Fattori
di Fabrizio Fattori
Questo termine, derivato dal giapponese, è ormai entrato, tragicamente, a far parte del lessico comune internazionale.
Definisce lo spostamento di una gran massa d’acqua dovuto prevalentemente a terremoti, ma anche ad eruzioni vulcaniche, o smottamenti di rocce e terra.
Le spinte tettoniche generate da un terremoto, o da fenomeni similari, producono per contiguità uno spostamento di enormi masse d’acqua che si mettono in movimento, a considerevole velocità, con moto circolare e la cui energia si amplifica mano a mano che ci si avvicina alla costa, ovvero verso fondali sempre più bassi.
Questa diminuzione di profondità innalza l’onda di superficie rallentandone la velocità ed elevandola di parecchi metri, nei casi più gravi anche di 20/30 metri. L’impatto sulla costa è il più delle volte devastante e sono davvero poche le strutture portuali o residenziali capaci di resistere a tale fenomeno. Le acque riescono a penetrare nell’entroterra anche di diversi chilometri, per poi ritirarsi con il proprio carico di detriti e distruzione.
Le zone più soggette a tali fenomeni coincidono con la così detta “cintura del fuoco” dove avvengono i terremoti più violenti, in area indo pacifica, anche se gravi maremoti si sono registrati in area mediterranea, basti pensare a quanto accaduto nel 1908 a Messina, e fatto alquanto insolito, anche in alcuni laghi svizzeri.
Le cronache recenti rimandano ai fatti del dicembre 2004 , del marzo del 2011 e del settembre 2018, con la cronaca di quanto ha causato migliaia di vittime, di dispersi e di sfollati, e di quanto si sarebbe potuto fare in termini di prevenzione o tempestività degli allarmi.
Una funzionale rete previsionale è stata posta in atto dal Giappone, articolata su una rete di sensori posti su boe ancorate sul fondo e di altri sensori immersi, capace di trasmettere dati via satellite ai centri di coordinamento a terra, che si è rivelata essere la soluzione migliore, come dimostrato dai buoni risultati raggiunti anche recentemente.
Questo sistema ha fatto risparmiare migliaia di vite ma non ha potuto fermare l’impatto devastante dello tsunami riconfermando ancora una volta la pochezza dell’uomo di fronte alle forze della natura.
Fabrizio Fattori
Nella foto di copertina Uno tsunami travolge la costa di Durban, Sud Africa nel 2017
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