Forte dei Marmi: il cambiamento delle cose
di Fabrizio fattori

di Fabrizio fattori
Legare la propria memoria a luoghi che hanno rappresentato stagioni giovanili di irripetibile piacevolezza, è sempre pratica rischiosa dovuta all’inevitabile cambiamento che lo scorrere del tempo comporta. Ma nel caso di questo luogo, incastonato tra il mare e le Apuane, qualcosa ha reso impotente il tempo.
Le ville sparse nella pineta, le strade strette di “Roma Imperiale”, le cabine vivacemente colorate allineate al margine dell’arenile, le pinete riarse, il lungo pontile che offre, dal mare, uno scorcio d’insieme sulle Apuane, e le mille sfumature di grigi ed azzurri che queste montagne sanno assumere al tramonto.
Forte dei Marmi - La spiaggia e il Grand Hotel in una vecchia cartolina
E’ vero che qualcosa è cambiato, basti pensare all’abbattimento del Grand Hotel del lungo mare che con la sua mole ha caratterizzato a lungo il profilo di questo pezzo di Versilia. Il ricordo delle sue tele a righe svolazzanti ad ombreggiare la hall e le terrazze, la gradinata in marmo ed il profumo di salmastro che arrivava alle mie narici di bambino quando ansimante per la corsa in bicicletta, giravo l’ultimo angolo di strada prima della spiaggia.
Altra grande perdita è stata nel tempo la chiusura di “Pietro” e le sue formidabili focacce alle arselle, alle cipolle o al formaggio e pomodoro ancora oggi inimitabili. Qualcosa si perde, ma nel tempo il “Forte” è rimasto abbastanza simile a se stesso malgrado la facciata super lusso ostentata, di volta in volta, ai frequentatori della buona borghesia industriale degli anni sessanta o ai neo ricchi russi di oggi.
Forte dei Marmi - La Capannina di Franceschi - Foto da www.dorafashionspace.com
Tutti, al pari, transitanti alla “Capannina di Franceschi”, altro luogo di immutabili memorie, dove solo le canzoni di Bruno Martino sono state sostituite da sonorità più allarmanti, tutti con un Negroni in mano, cocktail inventato dal marchese fiorentino nel 1919, assiduo frequentatore del locale insieme all’aristocrazia internazionale, che aveva fatto in quegli anni, del Forte, il suo esclusivo estivo buen ritiro.
Italo Balbo vi arrivava in idrovolante, prontamente portato a terra dal bagnino. Guglielmo Marconi inviò al Forte, al ministro Ammiraglio Morin, uno dei suoi primi messaggi telegrafici. D’annunzio e la Duse vi soggiornarono solitari. Artisti ed intellettuali si incontravano sotto il “quarto platano, poco distante dal fortino dei marmi con Carrà, Dazzi ,Soffici e molti altri…Malaparte vi fu fortunatamente confinato dal regime. Thomas Mann ed Henry Moore vi abitarono a lungo e a seguire molti altri personaggi subirono il fascino di questi luoghi. Molti ne scrissero tracciandone profili oggi scomparsi.
Forte dei Marmi - La Compagnia della Vela in una foto d'epoca - Da poliziamunicipalefdm.blogspot.com
Certo non è più possibile vedere le stelle marine sul fondo sabbioso tra le lingue di sole riflesso durante le uscite in pattino della mia infanzia, ne pedalare verso le Apuane in tutta sicurezza. Ma molto è rimasto. C’è ancora la Compagnia della Vela, sul lungo mare dal 1926, il Bistrot, e gli altri ristoranti che diffondono nell’aria languidi odori serali, i gelati del Cervino e le pizzette di Valé, il mercato del mercoledì e su tutto i colori delle montagne così mutevoli nella luce del giorno. Ancora oggi gli stabilimenti inalberano il gran pavé sui pennoni domenicali, e sotto le tende egli ombrelloni ancora si chiacchiera di sport, magari ricordando Pietrangeli, Panatta o Bertolucci.
Qualche pattino è rimasto, non sostituito dai pedalò. I bagnini, non più gli stessi. I Poldo gli Ubaldo e gli Oreste non più loro ma sempre impeccabili nei modi e pronti a coccolare il più indisponente dei villeggianti. E’ rimasto molto di quanto è possibile sovrapporre ai ricordi ed sempre una bella sensazione ritrovarsi come se gli anni non fossero passati.
Fabrizio fattori
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