Il dove di Odisseo
di Fabrizio fattori
di Fabrizio fattori
Ulisse impersona l’archetipo del viaggiatore per mare spinto dall’avventura e dalla voglia di scoprire e conoscere, come ricorda il celeberrimo verso dell’Inferno dantesco (…fatti non foste per viver come bruti ma per seguir virtute e conoscenza …).
Il suo peregrinare ancora oggi è al centro di congetture sui luoghi, non sempre sicuramente riconducibili all’area mediterranea, visitati nel corso del lungo viaggio di ritorno dopo la distruzione di Troia. Già Itaca, luogo del ritorno, appare, come la conosciamo oggi, non essere l’Itaca di Ulisse, descritta come pianeggiante, ma montuosa nella realtà geografica. Forse, più propriamente Lefkada appare la migliore candidata ad essere la dimora di Ulisse dove Penelope e Telemaco lo aspettano in balia dei Proci.
Ma gli altri, molti luoghi toccati nel viaggio di ritorno subiscono nel corso dei secoli dislocazioni contraddittorie ognuna basata su congetture filologiche più o meno ineccepibili. Ortelio nel “Parergon” (XVI secolo circa) restringe il campo degli spostamenti ad un’area ristretta al sud Italia, Sicilia compresa. Ad esempio, Ogigia l’isola dove Calipso tiene prigioniero Ulisse per molti anni, viene collocata tra Crotone ed il golfo di Taranto e non in Marocco dove alcuni la ritengono oggi più probabile.
E questo senza contare le teorie successive di Duval (1667) o altre ricostruzioni ottocentesche che la collocavano nel mar Nero o nei Balcani, o sovrapporsi ai luoghi del mediterraneo fenicio (Berard). Altri, dalle più sfrenate fantasie, collocavano l’intera Odissea tra Cornovaglia e Scozia (Steuerwald 1978), o in Giappone, Cina e Corea (Daunicht 1971), altri in territorio australe (Pellech 1983) o nell’area baltica e in Norvegia (Vinci 1995).…. E queste sono solo alcune delle molteplici teorie storico geografiche che cercano di localizzare le imprese di Ulisse in modo definitivo ed affidabile, naturalmente confliggendo tra loro.
Appare, comunque, irrilevante avere certezza dei luoghi narrati nell’Odissea. Che i Lotofagi fossero sulle coste libico-tunisine o in Sicilia, o che Polifemo scagliasse le sue pietre dal Vesuvio o dalle rocce siciliane, o che i Lestrigoni vivessero in Campania piuttosto che in Sardegna, o che le sirene nuotassero nel mare campano o altrove, appare poca cosa rispetto al fascino suscitato da un racconto millenario trasmetto di bocca in bocca e da molteplici poeti fino ai nostri giorni e sia ancora capace di coinvolgerci con fortissime emozioni.
Fabrizio Fattori
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