Gente d'Argostoli
di Francesca Carignani - Foto di Giovanni Rinaldi
di Francesca Carignani - Foto di Giovanni Rinaldi
Il primo abbraccio greco è italiano. Leonardo lo conoscono tutti ad Argostoli, ti accoglie e ti aiuta a reperire ciò di cui hai bisogno. Stavolta noi non abbiamo bisogno di niente se non di fare quattro chiacchiere insieme al suo Kafeneion, proprio davanti all'ormeggio di P'acá y p'allá: il serbatoio della nafta è gioiosamente pieno, quello dell'acqua pure e non abbiamo laundry da fare. Ma non cambia nulla per lui, qui la cortesia e l'amicizia non si misurano con il portafoglio.
Leonardo, italo-greco, vive qui d'estate e in giro per il mondo fuori stagione, ha una bimba di otto anni in Inghilterra ("la lascio lì, l'educazione inglese è ottima") e un maschietto di due anni e mezzo che dall'America si è portato a Argostoli, ha imparato il napoletano e apostrofa tutte le barche italiane con un "ma che vuoiiii?" con la o stretta e la manina chiusa a uovo.
Il Kafeneion di Leonardo
Ma a New York ci va anche per lavoro, fa da referente locale per le navi da crociera, organizza le visite nelle Ionie meridionali e si occupa delle pratiche burocratiche a terra.
Argostoli è punto di passaggio per le barche, il porto d'ingresso migliore per chi arriva da Ovest e una sosta piacevole dopo una lunga navigazione.
Chiedo subito a Leonardo notizie su questa nuova tassa di stazionamento per le barche straniere, varata con una legge l'inverno scorso ma non ancora entrata in vigore. E la risposta è quella che avevo intuito: "Macché tassa, gliel'abbiamo boicottata, non sarà mai applicata. Tutti insieme noi operatori del mare, con l'aiuto delle comunità locali, abbiamo fatto pressione minacciando uno sciopero fiscale totale nel caso di uscita dei decreti attuativi".
La scelta del pescato
C'è qualcosa che in Grecia hanno capito e in Italia assolutamente no. Se il turista paga lo Stato, detrae quei soldi da quelli che spende per divertirsi. Ammesso che venga il turista, perché a quel punto potrebbe decidere di navigare altrove. Da noi invece gli operatori del mare parlano con lo stato e dicono: "se rubi tu voglio rubare anche io, raddoppiamo e facciamo ai mezzi".
Questo in estrema sintesi. Alla fine perdono ovviamente: le barche vanno via, il mercato del nuovo crolla, quello dell'usato è stazionario. Alla fine perdono ma non ne capiscono il perché. In realtà, credo che non se lo chiedano nemmeno. La nautica muore, sarà colpa della crisi.
Ingresso in Grecia
Nella Port Authority di Argostoli hanno fatto le pulizie di primavera: c'è molto meno disordine dello scorso anno e devono aver archiviato i faldoni con le pratiche degli ultimi decenni.
Un solo ufficiale, di poche parole ma gentile fa il suo balletto di timbri e fotocopie con le nostre carte. Ci ricorda che l'unica tassa da pagare è quella solita, l'annuale, di 15 euro…. "non pagatene altre!". Pure la Port Authority partecipa al boicottaggio.
Mini barracuda
La pizzeria Paparazzi ha cambiato gestione da poco, ma lui, l'ex proprietario, italiano di Sarno, continua a lavorare lì. Ci spiega, quando lo incontriamo al bar, che fa arrivare tutti gli ingredienti dall'Italia: farina da Frosinone, mozzarella da Salerno, pomodori sammarzano da Sarno. Quando ci vede arrivare la sera è contento. La partita è appena finita, mette un dvd in nostro onore con un film di Totò. La pizza è buona, ottimo l'impasto, anche se a Sarno non potrebbe competere. Ma qui in Grecia è un sapore speciale. Qui in Grecia tutto ha un sapore speciale.
Sento una profonda armonia. Sono le parole, quella musica dei "Kalispera, Efharistoume, Yasàs, Endaxi, Perìmene, Parakalò" che da oggi in avanti riempiranno le mie giornate nelle soste a terra. Respiro, sono a casa.
Il lungomare mosaicato di Argostoli e la sua cicatrice recente
Sul nuovo lungomare di Argostoli disegnato a mosaico, una profonda cicatrice netta precisa e lunghissima segna il passaggio del forte terremoto di gennaio scorso. Più scosse di grado 6,3 con epicentro a 7 chilometri dalla cittadina, hanno ricordato a Cefalonia la capacità devastante e ancora oggi imprevedibile di questo fenomeno naturale che nella storia fece danni enormi.
Molte barche sono cadute dagli invasi, molte case sono state seriamente danneggiate ma nei racconti della gente d'Argostoli, il terremoto del 26 gennaio è qualcosa di passato, ha dato un po' di lavoro in una stagione che di solito è di riposo ma ora si va avanti.
Netta e decisa: la scossa con le idee chiare
La cicatrice sul lungomare, quella, resta lì, i soldi per sanarla non ci sono e in questa zona a forte rilevanza sismica, voler restaurare tutto sarebbe come sfidare gli dei: una inutile e pericolosa perdita di tempo. Resta lì, a futuro monito e a memoria della precarietà delle cose.
Sul bordo del lungomare, è facile notare un drappello di turisti e locali raccolti in una decina di metri lineari, con le macchine fotografiche e i visi rivolti verso il basso. Braccia di grandi e piccini si muovono ad indicare qualcosa nell'acqua. È lei, la tartaruga di Argostoli. È sempre qui, in porto, e nuota tra la banchina e le barche dei pescatori facendo colazione con gli scarti del pescato. Ci vengono incontro altri italiani con un con sul volto quell'espressione ansiosa di raggiungerci per dirci, già lo so,
"C'è una tartaruga!!!" Faccio finta di essere stupita, mi disegno un sorriso e dico "Davvero???"
Pulizia
Mai deludere chi pensa di farti una sorpresa. Ogni uomo ha il gusto della scoperta e l'ambizione di farne partecipi gli altri. È una bella cosa, una cosa sana. Avrei potuto dirgli che quella tartaruga è qui da sempre e sua madre probabilmente prima di lei. Avrei potuto dirgli che lo scorso anno c'era anche una foca in porto ma gli avrei dimezzato la gioia.
"Una tartaruga? Che bello!!! Grazie"
Ci sono bugie amorevoli, mentre, a volte, le verità sono sgradevolmente arroganti.
Di Francesca Carignani - Foto di Giovanni Rinaldi
Tratto dal blog di Francesca Carignani P'aca' y P'alla'
Francesca è autrice del libro: ROTTA VERSO L'EGEO Edizioni Il Frangente
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