Gabriel García Márquez - Racconto di un naufrago
Un ricordo del grande Gabo
Un ricordo del grande Gabo
«Quella mattina avevo scelto tra la vita e la morte. Avevo deciso per la morte, e tuttavia ero ancora vivo, con un pezzo di remo in mano, disposto a continuare a lottare per la vita. A continuare a lottare per l'unica cosa di cui non mi importava più nulla.»
(La disperazione del protagonista)
Il libro |
Racconto di un naufrago è un romanzo dello scrittore colombiano Gabriel García Márquez, edito per la prima volta nel 1970. In Italia, il romanzo è stato pubblicato per la prima volta nel 1983 dalla casa editrice Arnoldo Mondadori Editore.
Il titolo completo dell'opera è Racconto di un naufrago che andò per dieci giorni alla deriva in una zattera senza mangiare né bere, che fu proclamato eroe della patria, baciato dalle reginette di bellezza e reso ricco dalla pubblicità, e poi aborrito dal governo e dimenticato per sempre. Il racconto dell'episodio, realmente accaduto, fu fornito dal protagonista allo scrittore colombiano, quando questi era un giovane giornalista.
La trama
L'opera racconta le disavventure di Luis Alejandro Velasco, marinaio della marina colombiana, caduto in mare dalla sua nave, il cacciatorpediniere A.R.C. "Caldas". La nave era salpata il 22 febbraio 1955 dal porto di Mobile in Alabama, diretta a Cartagena des Indias, in Colombia. Il 28 febbraio lui e altri sette membri dell'equipaggio vengono gettati in mare da un'onda, che dà l'ultimo colpo ad una nave la cui stabilità è minata dalla presenza di un carico di frigoriferi, lavatrici, radio e televisori.
Cartagena des Indias
Da allora comincia l'odissea del naufrago, che deve lottare con tutte le sue forze contro le molteplici avversità dei suoi dieci giorni in mare. Caduto dalla nave, Luis riesce a salire su una zattera, anch'essa caduta dalla "Caldas". Dopo aver visto quattro suoi compagni annegare, inizia un periodo di totale solitudine. I nemici di Luis sono vari: il sole che, assieme all'acqua salata, gli brucia la pelle, la sete, la fame e gli squali. Per non perdere del tutto la cognizione del tempo, Luis decide di incidere una tacca nella zattera per ogni giorno trascorso in mare. Sono pochi gli oggetti che riesce a portare con sé: una chiave, un orologio, una catenina della Madonna e alcune cartoline.
Tra gli avvistamenti di aerei e navi che si rivelano infruttuosi, e le visioni del fantasma di uno dei suoi compagni, Jaime Manjarrés, Luis cerca di procurarsi una qualsiasi fonte di nutrimento. Ci prova in vari modi: sia mangiando le cartoline che ha portato con sé, sia provando a mangiare le sue scarpe. Si rivelano inutili sia l'uccisione di un gabbiano, perché Luis è sopraffatto dal senso di colpa e dal disgusto per le interiora dell'animale, sia la cattura di un grosso pesce, del quale riesce a mangiare solo una piccola parte, mentre il resto viene divorato dagli squali che, nel racconto, arrivano sempre alle cinque del pomeriggio.
Proprio mentre è preda della disperazione più profonda, al punto da desiderare di morire, Luis avvista la terra. Con un ultimo sforzo riesce a raggiungere la riva a nuoto. Inizialmente pensa di essere in terra straniera, ma ben presto scopre di trovarsi proprio in Colombia.
« Mi distesi, moribondo, sulla terra tiepida e dura, e stetti lì senza pensare a nulla, senza ringraziare nessuno, neanche rallegrarmi di essere riuscito a raggiungere a forza di volontà, di speranza e di implacabile voglia di vivere, un angolo di spiaggia silenziosa e sconosciuta. »
(Luis Alejandro Velasco raggiunge la terraferma)
Sulla spiaggia viene soccorso da alcune persone, che si prendono cura di lui, prima trasportandolo al vicino villaggio di Mulatos, poi alla cittadina di San Juan de Urabá, dove viene visitato da un medico. Al ritorno a Cartagena, durante i giorni trascorsi in ospedale, riceve la visita di alcuni giornalisti ai quali era vietato fargli domande. Solo un giovane giornalista, spacciandosi per uno psichiatra, riesce a fargli disegnare una nave e una casa di campagna, che il giorno dopo vengono pubblicate sul giornale per il quale lavora il coraggioso cronista.
Colombia - Il golfo di Urabá
Al suo ritorno in patria, Velasco è acclamato come un eroe, anche se egli non si sente tale solo per essere riuscito a sopravvivere su una zattera per dieci giorni. Le agenzie pubblicitarie fanno a gara per garantirsi i suoi servizi come testimonial delle pubblicità di alcuni prodotti. Insieme ai compensi dei pubblicitari, e a quelli per aver concesso i diritti per la trasmissione via radio della sua storia, Luis riesce a guadagnare quasi diecimila pesos.
« C'è della gente che mi dice che questa storia è una fantasia inventata. Io gli rispondo: "Ma allora, cosa credete che abbia fatto per dieci giorni in giro per il mare?" »
(La fine del racconto del naufrago)
La storia del romanzo
Gabriel García Márquez giornalista |
Racconto di un naufrago raccoglie le quattordici puntate di una storia raccontata da Luis Alejandro Velasco a Gabriel García Márquez e pubblicata nel 1955 sul quotidiano colombiano El Espectador, per il quale lo scrittore lavorava come giornalista.
La storia rivelava alcune scottanti verità. In particolar modo, emergeva che su un cacciatorpediniere non poteva esserci un carico di elettrodomestici come quello descritto dal naufrago, e che, di conseguenza, questi venivano trasportati in Colombia di contrabbando. All'epoca la Colombia era sotto la dittatura di Gustavo Rojas Pinilla, e il regime fece chiudere il giornale.
In seguito a questi avvenimenti, Luis Alejandro Velasco fu completamente abbandonato dal governo e dimenticato da tutti. Tutto ciò non è descritto nel racconto del naufrago, ma nell'introduzione al romanzo del 1970 di Gabriel García Márquez.
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