Le macchine digitali e gli smartphone hanno inferto ferite profonde all'industria fotografica, ma resta una nicchia, in alcuni casi e paradossalmente motivata dalla sempre più richiesta di immagini di qualità per il web, che non si accontenta delle compatte. Numeri piccoli, ma un mercato globale, che fanno la fortuna di GioSim. 

Stefano Prandi

Azienda di Reggio Emilia specializzata nella costruzione di custodie e supporti per macchine fotografiche subacquee. "Oggi sul mercato si trovano delle compatte molto buone. Ma quando si parla di certe ottiche bisogna andare su macchine a pieno formato che danno la possibilità di esprimersi nel migliore dei modi" spiega Stefano Prandi  il titolare di GioSim, 53 anni e da 30 immerso professionalmente nel mare dell' industria fotografica subacquea.

Una biografia che lo ha portato in giro per il mondo per fare riprese e reportage fotografici sui miti dell'apnea come il cubano Francisco Ferreira alias Pipin e l'italiano Umberto Pellizzari. Esperienze che hanno stimolato le competenze di Prandi, oggi nella sua impresa da lavoro a sei persone più una serie di collaborazioni esterne, che non si è limitato a filmare le competizioni estreme. "Per vent'anni siamo stati a fianco di persone uniche, recordman di livello mondiale come Umberto Pelizzari, Deborah Andollo, Gianluca Genoni, Rossana Maiorca e il mitico Pipin con cui c'è una collaborazione commerciale perché vuole importare materiali negli U.S.A. - elenca le relazioni prestigiose Prandi -.
 

Partecipavamo alle immersioni da record per documentare gli eventi e per testare i materiali. Un'esperienza fondamentale e necessaria per realizzare prodotti di qualità". Riconosciuta nel mondo: "Vendiamo molto bene all'estero, il nostro mercato è internazionale, quello nazionale è piccolo anche perché parliamo di una nicchia, la subacquea, nella nicchia. I nostri clienti sono soprattutto in USA, Russia e Germania sia con dei rivenditori che con la vendita diretta on-line".

Artigianato di qualità, fiorito e sbocciato grazie alla passione per il mare e soprattutto all'esperienza in profondità. Che, naturalmente, non basta: "ho iniziato come dipendente in un'azienda che stampava materie plastiche. Il proprietario aveva una grande passione per il mare e abbiamo fondato un' impresa dedicata, per poi arrivare a GioSim, le iniziali dei miei figli Giorgia e Simone, dove c'è una ricerca e sperimentazione continua. Non solo le custodie, ma tutti gli accessori necessari per raggiungere un buon risultato. Molti clienti sono degli amatori che hanno iniziato con le compatine e poi scoprono la necessità di fare meglio, di raggiungere altri e migliori risultati".

Stefano è progettista e ideatore, si avvale di  collabortori esterni mentre lo stampaggio è esternalizzato, poi le creazioni sono fresate e assemblate all'interno dell'azienda. Una realtà artigianale,  ma di eccellenza.

G.B