Quando si parla di manutenzione, soprattutto nella nautica, non si può che pensare a quella che comprende lo scafo, i motori nonché agli inevitabili costi connessi.

Ma a volte procrastinare una manutenzione periodica può essere, spesso inevitabilmente, non solo un rischio ma fonte di brutte sorprese e costi maggiori.

Infatti non è inverosimile trovare delle barche piene di denti di cane, cozze e osmosi nell’opera viva quando l’unità, magari per anni, non viene tirata a secco per procedere alla cura e alla manutenzione di tutte le parti immerse dello scafo.

In queste circostanze, anche qui con una certa frequenza, può infatti capitare di vedere delle avarie, più o meno gravi, che spesso non saranno neanche coperte dalla vostra polizza corpi e macchina.

In questo senso, volendo fare un piccolo esempio, si potrebbero prendere in esame le prese a mare di aspirazione del circuito di raffreddamento dei motori: se queste si presentassero occluse, magari a fronte di una mancata pulizia o da un carenaggio poco accurato, difficilmente, poste le suddette circostanze, l’assicurazione coprirà i danni per una simile avaria.

L’assicurazione infatti dopo aver inviato il proprio perito potrebbe, come in effetti spesso accade, valutare delle avarie non indennizzabili proprio perché sono state direttamente o indirettamente connesse ad una cattiva manutenzione.

Sicuramente, per evitare queste brutte sorprese, è sempre consigliabile di mettere la barca a terra almeno una volta l’anno: una cattiva manutenzione periodica può infatti essere oltre che pericolosa assai salata ed onerosa in caso di avarie se non addirittura sinistri.

Daniele Motta
Perito e Consulente Navale
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