Un’Azienda seria e trasparente ha la necessità, l’obbligo e soprattutto la determinazione di continuare ad esistere, di produrre, di vendere, quindi di aggiornarsi continuamente, di confrontarsi con il mercato mondiale, perciò di progettare complesse lavorazioni meccaniche industrializzate essenziali per l’alta precisione; tutto ciò affinché la realizzazione dei vari componenti sia la migliore possibile.
La CMD (Costruzioni motori diesel) conta 180 dipendenti che producono componenti per motori marini e terrestri, e che lavorano tra Caserta e Potenza e altri 300 dipendenti lavorano in Cina, dove la CMD ha un altro stabilimento.
Questa è una realtà aziendale italiana di cui andare fieri, soprattutto perché produce componenti primari quali testate e basamenti per motori diesel che poi sono firmati da: VM motori, FNM, Fiat AIFO, MV Agusta, Roll’s Royce Group ed altre diverse aziende.
La CMD spa - Sede di Caserta
Si sa che la componentistica di un motore anche marino è composta da elementi che vengono progettati e realizzati da diverse aziende. Tra queste ve ne saranno soltanto alcune, poche, che “firmeranno” il marchio.
In realtà il progetto finale è composto da diversi altri progetti, sezioni e componenti derivati dall’impegno di molteplici imprese.
Le parti meccaniche ad alto contenuto tecnologico, come quelle che produce la CMD, sono di primaria importanza per il mercato e meriterebbero maggiori aiuti dallo Stato che purtroppo, specie in questo senso, è oggi alquanto carente.
Chi è armatore di un’unità da diporto motorizzata con motori FNM, VM motori o AIFO forse non sa che buona parte di queste motorizzazioni sono progettate e prodotte dalla CMD di Caserta, fiore all’occhiello della produzione motoristica italiana.
Il sistema bancario attuale però offre poco alle aziende affinché queste possano consolidarsi ed investire in progettualità e produzione, quindi l’alternativa è quotarsi in borsa, depositando gli ultimi tre esercizi di bilancio. La CMD (Costruzioni motori diesel) può a tutti gli effetti dimostrare di aver generato ricavi autonomi oltre che da partecipazioni a società quotate.
L’Azienda ha quindi tutti i requisiti per quotarsi in borsa: solidità, dimensioni (anche internazionali), crescita di produzione e quindi di reddito e, soprattutto, trasparenza; e difatti così ha deciso.
Una politica miope, come quella di questi ultimi tempi, pare non comprenda la necessità di operare a lunga gittata, appunto perché miope; sarebbe invece necessario e determinante considerare lo sviluppo del Paese e delle sue industrie efficacemente produttive, incentivandole, dando loro la possibilità di investire, di aggiornarsi, di progettare nuove metodologie, di allineare o possibilmente anche di superare i parametri di standardizzazione internazionale; in una parola di aiutare ed incentivare la voglia di migliorare degli italiani che ne hanno voglia.
E tanto è dimostrato, nel caso della CMD che ha deciso l’alternativa: fare da soli, cioè finanziare la propria crescita tramite IPO, l’offerta al pubblico dei titoli della propria società.
Giulio Galassi
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