Friend of the Sea ha stilato una classifica sull'impegno assunto dalle compagnie di navigazione e di crociera per ridurre il rischio di collisioni tra imbarcazioni e grandi cetacei.
Mentre una parte dell'industria marittima sta rafforzando il proprio impegno per la salvaguardia delle balene, una nave su due risulta disinteressata al problema.
Friend of the Sea, la certificazione internazionale di prodotti e servizi che rispettano l'habitat marino, ha appena pubblicato i risultati di uno studio per analizzare e classificare l'impegno delle compagnie di navigazione e di crociera per ridurre le collisioni delle navi con le balene.
L'industria marittima ha un impatto positivo e diretto su gran parte della nostra vita quotidiana. Pensiamo al carburante per le nostre automobili, a molti dei nostri veicoli, agli apparecchi elettronici, al caffè che beviamo, ai cibi che mangiamo e ai vestiti che indossiamo: la maggior parte di questi beni ci arriva tramite il trasporto via mare. Il volume del traffico marittimo continua ad aumentare, circa il 3% all'anno. Il numero di navi da carico è in continuo aumento, così come le loro dimensioni e la loro velocità di navigazione.
Molte delle rotte di navigazione più trafficate del mondo si sovrappongono proprio ai tragitti che le balene percorrono per spostarsi tra i luoghi di alimentazione e riproduzione e le aree in cui si riuniscono per nutrirsi o partorire e allattare i propri piccoli. Navi lunghe centinaia di metri viaggiano ad alta velocità, normalmente tre volte superiore rispetto alla velocità alla quale può nuotare una balena. La conseguenza è che circa 20.000 balene vengono uccise o ferite ogni anno a causa degli impatti con le imbarcazioni. In molti casi le collisioni passano inosservate e la maggior parte dei cetacei morti si deposita sul fondo del mare.
Le collisioni con le navi sono attualmente una delle principali cause di mortalità delle specie di balene minacciate a livello globale, tra cui la balena franca nordatlantica (segnalata come in pericolo critico di estinzione nella
lista rossa IUCN delle specie minacciate), la balenottera azzurra, la megattera e il capodoglio (tutte segnalate come in pericolo di estinzione).
Oltre alla minaccia di collisioni, i motori delle navi producono un forte rumore sott'acqua che può disturbare l'udito e la comunicazione delle balene, nonché la loro capacità di utilizzare l'ecolocalizzazione in modo efficace. Come conseguenza, le balene possono sentirsi disorientate o trovarsi separate dai propri branchi, con effetti negativi sul loro comportamento alimentare e riproduttivo.
Separare le rotte di navigazione dalle aree con maggiore presenza di balene è la soluzione ottimale, ma non di facile attuazione, almeno nel breve termine. Rallentare a una velocità che consenta alle balene di evitare le navi (normalmente 10 nodi) è una misura che può ridurre drasticamente le collisioni letali e anche limitare l'inquinamento acustico.
Alcuni paesi, come Stati Uniti, Canada e Nuova Zelanda, richiedono o raccomandano alle navi di rallentare durante la navigazione in aree con una maggiore probabilità di presenza di balene. In altre aree del mondo, dove le rotte di navigazione si sovrappongono all'habitat delle balene, i grandi mammiferi marini non sono protetti dalle collisioni.
Friend of the Sea sta esortando l'industria marittima ad estendere le procedure obbligatorie di riduzione di velocità a tutte le aree ad alto rischio e ad implementare sistemi di osservazione e segnalazione a bordo 24 ore su 24.
Al fine di motivare le compagnie di navigazione e di crociera a conformarsi alle normative esistenti sulla riduzione di velocità e di introdurre rapidamente sistemi di bordo per limitare ulteriormente il rischio di collisioni, Friend of the Sea ha condotto uno studio per analizzare e classificare l'impegno dimostrato dalle compagnie di navigazione e di crociera per ridurre gli impatti.
I dati sono stati raccolti dai siti web delle aziende, dai rapporti di sostenibilità e dal contatto diretto con i responsabili della sostenibilità, quando disponibili. Le aziende sono state classificate in base a: livello di impegno, rispetto delle zone a velocità ridotta, iniziative per ridurre l'inquinamento acustico, programma di osservazione 24 ore su 24 a bordo e reporting adeguato. I punteggi sono stati ribassati a quelle società per le quali in passato erano state segnalate prove di collisioni con balene.
Nella valutazione sono stati inclusi i primi 20 operatori di compagnie di navigazione e crociere. Tuttavia la classifica è aperta anche ad altre aziende più piccole, che potrebbero essere interessate a partecipare. Nessuna delle aziende valutate sembra seguire programmi di riduzione di velocità che coprano tutte le aree globali in cui il rischio di collisione è più alto. Circa il 50% degli operatori marittimi e di crociera manifesta un certo livello di coinvolgimento, mentre il restante 50% sembra non essere affatto impegnato in programmi di riduzione di velocità, poco preoccupato del problema o magari in una fase di valutazione.
“Molti attori del settore marittimo e delle compagnie di crociera hanno già un approccio globale per ridurre il proprio impatto ambientale, avendo intrapreso una serie di misure per ridurre le emissioni, i rifiuti e l'inquinamento dell'acqua. Diverse aziende sono inoltre impegnate con un approccio proattivo nell'approvvigionamento sostenibile, sostenendo le comunità locali e il turismo sostenibile, trattando l'equipaggio e tutti i dipendenti in conformità con i più rigorosi principi di responsabilità sociale", spiega Bray, fondatore e direttore di Friend of the Sea. “Vorremmo che tutte le compagnie di navigazione e di crociera attivassero quanto prima misure per ridurre anche le collisioni con le balene, in tutti gli oceani. Ci auguriamo che la classifica di Friend of the Sea stimoli le aziende a impegnarsi ulteriormente nel rispetto delle aree a velocità ridotta e nell'attuazione di misure preventive, in modo da migliorare la propria posizione in classifica. Le navi che decideranno di rallentare in tutte le aree ad alto rischio e che effettueranno osservazioni e rapporti 24 ore su 24 riceveranno la certificazione Whale- Safe”.
FRIEND OF THE SEA
Friend of the Sea è un progetto della World Sustainability Organization (WSO), per la certificazione di prodotti e servizi che rispettano l'habitat marino e le specie acquatiche. I prodotti ittici ed i supplementi Omega3 da pesca ed acquacoltura sostenibili possono essere certificati se superano gli audit di verifica della conformità ai rigorosi requisiti di sostenibilità. Gli audit sono effettuati da revisori qualificati di organismi di certificazione indipendenti e accreditati a livello nazionale. Altri prodotti e servizi possono richiedere la certificazione Friend of the Sea, come il sale sostenibile, ristoranti e chef, creme UV, pesci ornamentali, acquari pubblici, alghe, operatori di trasporto marittimo ed operatori di whale e dolphinwatching. Oltre mille aziende hanno prodotti certificati dagli standard WSO in oltre 70 paesi. Friend of the Sea implementa anche propri progetti di conservazione e campagne per proteggere specie e habitat in pericolo.
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