L'Isola del Diavolo, l'ultima fuga di Papillon
La storia di Henri Charrière
La storia di Henri Charrière
L'Isola del Diavolo (in francese: Île du Diable) è la più piccola e la più settentrionale delle Isole du Salut, al largo della costa della Guyana Francese.
L'isola si estende su di una superficie di 14 ettari e fino al 1946 fu una famosa colonia penale francese. L'isola, prevalentemente rocciosa e coperta di palme, nel suo punto più alto raggiunge i 40 metri d'altezza.
L'Isola del Diavolo
Il penitenziario venne aperto per la prima volta nel 1852 dal governo di Napoleone III e divenne una delle più sinistramente famose prigioni della storia.
Oltre che sull'isola, alcuni edifici che servivano per l'amministrazione penitenziaria erano dislocati sulla terraferma, a Kourou. Col tempo, la prigione divenne famosa nel mondo col nome dell'isola, mentre in Francia era nota come bagne de Cayenne, essendo Cayenne il capoluogo della Guyana Francese.
Il penitenziario de la Cayenne
Il 30 maggio 1854 venne approvata una legge secondo la quale i detenuti dovevano restare nella Guyana Francese, dopo il loro rilascio, per un tempo uguale a quello passato ai lavori forzati; per coloro che avevano scontato pene superiori agli otto anni, la legge prevedeva che sarebbero dovuti rimanere per il resto della loro vita.
A questi prigionieri veniva assegnato un terreno in cui insediarsi. Con il tempo, i detenuti vennero divisi in diverse categorie a seconda del reato commesso o della pena da scontare.
Il cortile del penitenziario in una foto d'epoca
Nel 1885 la legge venne ulteriormente inasprita: anche i condannati recidivi, pur se per reati minori, venivano spediti all'Isola del Diavolo. Nella prigione venne mandato anche un piccolo gruppo di donne, detenute in altre carceri, con l'intenzione che si sposassero con gli uomini liberati e costretti a restare in Guyana Francese. La pratica si rivelò piuttosto fallimentare e venne interrotta a partire dal 1907.
Nel 1938 il governo francese smise di mandare prigionieri al carcere dell'Isola del Diavolo, e nel 1952 la prigione chiuse definitivamente. La maggior parte di coloro che vi erano ancora detenuti scelsero di tornare in Europa, mentre una piccola minoranza decise di rimanere nella Guyana Francese.
Henri Charrière |
L'Isola del Diavolo ci riporta alla storia autobiografica di Henri Charrière, detto Papillon (per via di una farfalla tatuata sul petto), condannato nel 1931 ai lavori forzati per un omicidio, del quale si proclamò sempre innocente, fu imprigionato nel bagno penale della Guyana Francese, dalla quale tentò numerose fughe dai risvolti drammatici. Tentò la prima fuga appena 42 giorni dopo essere arrivato nella Guyana Francese.
Venne riacciuffato. In tredici anni di prigionia tentò nove fughe. L'ultima evasione, dall'isola del Diavolo, lo portò fino in Venezuela, dove riuscì a stabilirsi, e a vivere da uomo libero al fianco della sua compagna Rita.
Henri Charrière |
Nel 1967 un terremoto distrusse il night club che aveva aperto a Caracas (Venezuela) e questo fatto lo spinse a scrivere un libro di memorie, Papillon. Rimangono dei buchi nella sua storia; in particolare per quanto riguarda gli ultimi sei anni della sua vita; nulla si sa, inoltre, riguardo alla sorte di sua moglie e sua figlia.
Ha segnato un'epoca e gli animi di migliaia di lettori il suo libro, nel quale ripercorre tutta la sua avventura sino all'epilogo finale. La storia descrive le terribili condizioni e gli abusi che i carcerati di quell'epoca erano costretti a subire. Dal libro è tratto l'omonimo film, del 1973, interpretato da Steve McQueen e Dustin Hoffman. Il film è comunque solo una breve e non molto accurata ricapitolazione delle sue avventure.
Esiste, anche se difficilmente reperibile, un secondo libro (Banco), ove si narra la vita del protagonista negli anni successivi alla fuga che gli ha ridato la libertà. Charrière compare in un film del 1970 intitolato Fuori il malloppo, conosciuto anche come "Popsy Pop", con Claudia Cardinale.
Foto segnaletiche la freccia indica il detenuto Henri Charrière
Negli anni settanta, in seguito all'uscita del film, si sono alzate voci che hanno messo in dubbio la veridicità del racconto. In particolare, Charles Brunier, detenuto che aveva conosciuto Charriére au bagne in Guyana, sostenne che Papillon riprendesse i rocamboleschi tentativi di fuga tentati da lui e da René Belbenoit. Quest'ultimo, morto nel 1959, pubblicò negli Stati Uniti un resoconto della propria vita carceraria e da evaso, Dry Guillotine (1938), che conobbe un grande successo (oltre un milione di copie vendute).
Nonostante tutto Papillon, detto Papi, rimane nell'immagnario collettivo l'uomo della Fuga, l'oppositore irriducibile all'istituzione che perverte, l'eroe sovraumanamente alla ricerca della libertà.
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