La costruzione di questo cutter aurico inglese è ispirata a quella dei prawner, scafi addetti alla pesca dei gamberi.
Moya ha navigato sempre in Inghilterra e si è piazzata seconda di classe al Fastnet del 1975. Nel 1988 è stata acquistata dal padovano Renato Pirota, armatore anche di Sorella del 1858.
Ha partecipato ai raduni di St. Tropez, Imperia, La Spezia e Porto Cervo. Nel 1992 è stata oggetto di refit al cantiere Alto Adriatico di Monfalcone, su disegni di Carlo Sciarrelli, che si è aggiudicato il premio per il miglior restauro.
Dopo aver partecipato a diversi raduni del Tirreno, è stata trasferita a Trieste, dove ha preso parte alle regate della Barcolana e Barcolana Classic.
Gli interni di Moya - Foto di Franco Pace
Moya è costruita in fasciame di pitch pine su ossatura in rovere. La forma della prua, la poppa ellittica e le vele color mattone ne fanno uno scafo inconfondibile.
A Moya, in occasione del suo centenario, è stato dedicato il libro Il segno dell’onda Edizioni Il Frangente
Caratteristiche
ANNO | 1910 |
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CANTIERE | ARNSIDE (UK) |
PROGETTO | WILLIAM CROSSFIELD (UK) |
LUNGHEZZA F.T. | 12,92 m |
LUNG. AL GALLEGGIAMENTO | 10,20 m |
LARGHEZZA | 3,35 m |
PESCAGGIO | 1,90 m |
DISLOCAMENTO | 15 tons |
SUPERFICIE VELICA | 112 m² |
Foto di copertina di Franco Pace
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