Lavezzi è un'isola nelle Bocche di Bonifacio, fra la Sardegna e la Corsica, in acque francesi. Più propriamente è nota come i Lavezzi, intendendo il gruppo di scogli e di lotti emersi che la compongono.
L'isola, generalmente considerata di straordinario valore naturalistico e di grande bellezza, è oggetto di intensa frequentazione turistica, favorita dalla relativa vicinanza dalle principali località delle isole maggiori (5-15 miglia dai siti più noti, 7 km dal capo Pertusato); le sue principali attrattive sono le acque, le cale, l'avifauna e la flora (sia emersa che acquatica). Il suo territorio fa parte della Riserva naturale delle Bocche di Bonifacio, che insieme al Parco nazionale dell'Arcipelago di La Maddalena costituiscono il Parco internazionale delle Bocche di Bonifacio.
Isola di Lavezzi
Vicinissima all'isola di Cavallo, condivide con questa uno stretto passaggio scoglioso, in passato teatro di numerosi naufragi, uno dei quali, nel 1855, causò circa 700 morti nell'incidente della Sémillante, una fregata francese le cui vittime sono sepolte in due piccoli cimiteri sull'isola.
Subacquea
Nelle acque di Lavezzi si pratica una non comune attività subacquea: l'immersione subacquea finalizzata all'incontro pacifico con la cernia bruna. Ad una profondità che varia dai 35 fino ai 20 metri, questi serranidi si sono radunati numerosi intorno ad una secca rocciosa generata da uno sperone che risale dal fondo del mare fino a 18 metri dalla superficie.
Mérouville - Foto Lory2k - Opera propria
Negli anfratti intorno allo sperone, vive la grande famiglia delle cernie. Nella parte superiore, chiamata in gergo "cappello della secca", ne vivono in permanenza una trentina. Sanno di essere al sicuro per istinto e per abitudine. Infatti, per una ragione che non si conosce del tutto, le cernie che abitano la secca non hanno mai avuto paura dell'uomo (da diversi anni queste acque sono diventate riserva marina e ciò ha favorito ancora di più il fenomeno). Al contrario di ciò che succede altrove, si lasciano avvicinare senza dimostrare fastidio o paura. I nati negli ultimi anni sono addirittura disposti ad avvicinarsi ai visitatori o a farsi avvicinare con meno prudenza dei loro genitori, più voluminosi, lenti nei movimenti e dallo sguardo indagatore.
Mérouville (la città delle cernie), così viene chiamata in francese la secca di Lavezzi da tutte le persone che la conoscono sotto questo punto di vista, si può raggiungere dalla Maddalena o da Bonifacio impiegando circa 25 minuti di barca o di gommone. Le coordinate del sito sono 41°20'6"N e 9°18'48"E (rilevazione 2006).
Isole di lavezzi - Foto da www.ecoo.it
Da qualche tempo, la direzione della riserva di Lavezzi sconsiglia di dar da mangiare alle cernie: la preoccupazione è che diventino dipendenti dal cibo regalato, cosa che inciderebbe negativamente sulla consuetudine alimentare di tali pesci.
Lavezzi e il tragico caso Savoia
La notte del 18 agosto 1978, la barca di Ryke Geerd Hamer (medico e teologo tedesco, in vacanza con la famiglia, si trovava vicina ad altre due: una era lo yacht di Vittorio Emanuele di Savoia e l'altra era il "Coke", il panfilo del medico romano Niki Pende, ex marito dell'attrice Stefania Sandrelli.
La tragica vicenda della morte di Dirk Hamer - Immagine da www.dagospia.com
Qualcuno, verso l'ora di cena, decise di usare il gommone di Vittorio Emanuele per raggiungere il porticciolo ma il principe se ne accorse e decise di andare a chiedere spiegazione ai proprietari del "Coke".
Ci andò armato della sua carabina Winchester M1 per la caccia agli elefanti con 31 pallottole nel caricatore.
Scoppiò una zuffa; il principe sparò un colpo per intimorire l'avversario ma Niki Pende si gettò sull'erede dei Savoia e a quel punto partì un colpo che colpì il giovane Dirk Hamer sull'imbarcazione vicina.
Vittorio Emanuele di Savoia e la moglie Marina Doria all'epoca dei fatti
Dopo il ferimento, Hamer fu trasportato in Germania e ricoverato nell'ospedale di Heilderberg, ma morì quattro mesi dopo. La battaglia legale tra le due famiglie finisce nel 1991. La corte francese assolve Vittorio Emanuele dalle accuse di omicidio e di omissione di soccorso, ma lo condanna a sei mesi con la condizionale per porto abusivo d'arma da fuoco.
Vittorio Emanuele, processato in Francia, venne condannato nel '91 a sei mesi con condizionale per porto abusivo d'arma da fuoco ma prosciolto dall'incriminazione per omicidio volontario. Il principe si è sempre proclamato innocente: "Quell'incidente mi ha rovinato la vita e distrutto al reputazione. La gente mi giudicò senza attendere la sentenza".
Guarda il video che incastra Vittorio Enanuekle di Savoia...
Foto in copertina di Gianni Careddu - Opera propria
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