I Cinecittà Studios, noti come Cinecittà, compiono 80 anni. Il complesso di teatri di posa di eccellenza e rilievo internazionale, situato lungo la via Tuscolana, nella periferia orientale di Roma, furono inaugurati infatti il 28 aprile1937.
Di proprietà di Cinecittà Luce S.p.A. e in gestione dal 1997 a Cinecittà Studios S.p.A., Cinecittà costituisce il vertice dell'industria cinematografica italiana ma è utilizzata anche per produzioni estere e televisive.
Cinecittà - La ricostruzione del Pantheon
A Cinecittà sono stati girati più di 3000 film, 90 dei quali hanno ricevuto una candidatura all'Oscar, 47 dei quali hanno vinto la prestigiosa statuetta. Celebri registi, nazionali e internazionali, vi hanno lavorato: da Federico Fellini a Francis Ford Coppola, da Luchino Visconti a Martin Scorsese.
Attualmente presieduta da Luigi Abete, Cinecittà Studios S.p.A. è una società a maggioranza privata che, oltre a Cinecittà, ha in gestione, in compartecipazione con Roberto Benigni e Nicoletta Braschi, un complesso simile, gli Umbria Studios, situati a Papigno (Terni, Umbria). Possiede inoltre i Dino Studios (ex Dinocittà), situati sempre a Roma, e una partecipazione estera nei CLA Studios, situati a Ouarzazate in Marocco.
Cinecittà - Federico Fellini su set di Amarcord
Già utilizzato precedentemente come set per produzioni come Cuore di Luigi Comencini, Il viaggio della sposa di Sergio Rubini, La carbonara di Luigi Magni, Piccolo mondo antico di Cinzia Th. Torrini, In love and war di John Kent Harrison, dal giugno 2001 Cinecittà Studios S.p.A. ha preso in affitto la Tenuta di Vicarello da utilizzare come backlot. Di proprietà della Vicarello S.p.A. e situata vicino al Lago di Bracciano (40 km da Roma) nel Parco naturale regionale del complesso lacuale di Bracciano - Martignano, la Tenuta di Vacarello misura 1000 ettari e attualmente è il più grande backlot d'Europa. Il backlot vanta molte ambientazioni suggestive: una vallata con orizzonte libero da qualsiasi segno di civiltà a 360 gradi, resti delle antiche Terme Apollinari e dell'acquedotto Acqua Traiana, boschi e prati fioriti, panorami sul Lago di Bracciano, un piccolo borgo dominato dalla Casina Valadier eretta nel Seicento.
Cinecittà è un complesso imponente di edifici e strutture dislocato in un'area di 40 ettari percorsa da ampi viali alberati e in grado di offrire il massimo confort alle troupe che la scelgono come set.
Cinecittà - Pianta del complesso
Fiore all'occhiello del complesso sono i 22 teatri di posa di dimensione variabile da un minimo di 15 per 30 metri fino ai 40 per 80 metri del Teatro 5, teatro che per le sue dimensioni rappresenta un primato in Europa. Tutti i teatri di posa sono acusticamente isolati, dotati di climatizzazione, potenti e sicuri impianti elettrici e di illuminazione, graticci, passerelle e botole impermeabili per gli effetti scenici. Ciascun teatro dispone di una serie di locali di servizio: camerini, uffici, sale trucco, attrezzerie, magazzini.
Fanno parte del complesso anche un backlot di 10 ettari e una piscina all'aperto di 7000 m². Sono inoltre disponibili strutture tecniche di eccellenza per la post produzione cinematografica e televisiva (laboratori di sviluppo, stampa e restauro della pellicola cinematografica, laboratori di post produzione digitale, laboratori di post produzione audio, ecc.) e laboratori per l'allestimento delle strutture sceniche (falegnameria, carpenteria, laboratorio di scultura, laboratorio di pittura artistica, ecc.). Il tutto completato dai servizi più vari: sale per proiezioni cinematografiche e conferenze, servizio di sicurezza per le celebrità, mensa, ristorante, parchi, bar, parcheggi.
Cinecittà - Ricostruzione di Broadway
La storia di Cinecittà comincia durante il fascismo. Dopo una serie di pregevoli lungometraggi che nei primi due decenni del novecento che avevano fatto conoscere la cinematografia italiana nel mondo (primo fra tutti Cabiria di Giovanni Pastrone restato in cartellone a New York per ben dieci mesi), negli anni venti l'industria cinematografica italiana entrò in crisi venendo messa in ombra sia dalla cinematografia americana che da quella tedesca contemporanea (Lang, Pabst, Murnau ecc.).
Nel 1931 il regime, che sosteneva fortemente l'importanza del cinema come strumento di propaganda, varò una legge tendente a penalizzare le importazioni e a stimolare la produzione nazionale. Nel 1934 Luigi Freddi, già futurista e fascista della prima ora, amico di Galeazzo Ciano e perciò ben introdotto presso Mussolini, venne incaricato di costituire una "Direzione generale della cinematografia", finalizzata al controllo ideologico, ma anche alla promozione del mezzo.
Roma.1937, l' inaugurazione di Cinecittà, voluta da Mussolini - Da www.veja.it
Freddi, che in occasione di un viaggio negli Stati Uniti d'America aveva conosciuto Griffith e si era appassionato agli aspetti produttivi della cinematografia americana, si impegnò nella promozione del cinema nazionale supportando la ricerca di capitali e sostenne le grandi produzioni di quegli anni, tra cui Scipione l'Africano di Carmine Gallone e Luciano Serra pilota di Goffredo Alessandrini. Nel 1939 la produzione cinematografica nazionale venne supportata con una nuova legge (la cosiddetta "Legge Alfieri"), che concedeva robusti finanziamenti alle produzioni nazionali mentre costringeva la distribuzione all'autarchia.
Fra le iniziative della Direzione della cinematografia ci fu la costituzione dell'Ente Nazionale Industrie Cinematografiche (ENIC), nel cui ambito nacque Cinecittà, i cui studi, insieme agli studi cinematografici Pisorno di Tirrenia, dovevano rappresentare l'industria propagandistica e cinematografica del paese.
Il film Scipione l'Africano
Nella notte del 26 settembre 1935 erano andati distrutti in un misterioso incendio gli studi della casa di produzione Cines di via Veio a Roma, nel quartiere di San Giovanni. Immediatamente Freddi decise di «provvedere e prevenire i tempi nuovi»: individuata lungo la via Tuscolana, in piena campagna romana, un'area di circa 500.000 metri quadrati, fu decisa la realizzazione della nuova città del cinema.
La zona, una volta latifondo proprietà dell'aristocrazia romana, era nota come Località Cecafumo, in quanto adibita allo smaltimento per combustione dei rifiuti della Capitale. I lavori ebbero inizio il 26 gennaio 1936 con la posa della prima pietra e dopo soli quindici mesi, il 28 aprile 1937, Mussolini inaugurò i nuovi stabilimenti del Quadraro.
Mussolini fonda l'Istituto Nazionale Luce
I progetti dei primi dodici teatri di posa furono elaborati dall'architetto Gino Peressutti. Oltre ad essi venne prevista la creazione di un centro industriale cinematografico integrato che comprendeva stabilimenti di sviluppo, stampa e montaggio, la nuova sede dell'Istituto Luce e quella del Centro Sperimentale di Cinematografia.
Nel 1937 vi furono prodotti 19 film fra i quali Il feroce saladino di Mario Bonnard, ispirato all'omonimo e famosissimo concorso di figurine bandito dalla Perugina.
Nel 1940 furono 48 i film ivi girati. Nel 1942 i film furono 59. Nel 1943 la produzione di pellicole crollò a 25, e nello stesso anno i circa milleduecento dipendenti di Cinecittà furono licenziati. Dal settembre del '43 il cinema fascista si trasferì a Venezia nei padiglioni della Biennale presso i giardini di Castello e in alcuni studi di posa alla Giudecca (Cinevillaggio).
La trasformazione subita da Cinecittà dal 1943 attraverso l'occupazione nazista - Da www.docucity.unimi.it
Negli ultimi due anni di guerra, gli stabilimenti di Cinecittà vennero prima occupati dai nazisti che li utilizzarono come luogo di concentramento di civili rastrellati nei dintorni di Roma, poi, dopo la liberazione della città, furono adibiti a ricovero degli sfollati.
Dopo la guerra l'attività di produzione riprese con una certa lentezza e solo nel 1947, tre anni dopo la liberazione di Roma, venne girato nei suoi studi il primo film del dopoguerra: Cuore di Duilio Coletti. Negli anni cinquanta avvenne l'esplosione di Cinecittà, con le produzioni americane: è del 1951 il Quo vadis? di Mervyn LeRoy, del 1959 il Ben Hur di William Wyler, tutti film del genere peplum e soprannominati "sandaloni" dalla manovalanza locale. Tale boom ebbe origine dalla competitività economica degli studi romani, chiamati in seguito anche "la Hollywood sul Tevere", complice anche un'apposita legge che non consentiva ai produttori stranieri di esportare i guadagni realizzati in Italia, obbligandoli di fatto a reinvestire in loco.
Il Film Ben Hur di William Wylerdel 1959
Il successo delle produzioni americane introdusse nella società romana degli anni cinquanta, ancora assai provinciale e paludata, mediamente sonnolenta e discretamente ipocrita, fenomeni di sociologia e mondanità "moderne" quali il divismo, i parties, i fotografi invadenti (che a Roma si chiamarono "paparazzi"), i night club etc.: La dolce vita è il film simbolo di questa evoluzione.
Cinecittà divenne in quegli anni un mito, sognato Eldorado delle belle ragazze italiane che gareggiavano all'epoca per miss Italia, ed essa stessa una sorta di personaggio: basti ricordare Bellissima, di Luchino Visconti, e Roma, di Fellini.
Il film La Dolce Vita di Federico Fellini
L'industria cinematografica ebbe in quegli anni una discreta rilevanza economica per la città (che era ancora abbastanza piccola, non superando di molto il milione di abitanti), generando un ampio indotto legato sia alle produzioni che alla commercializzazione dei film, fatto di comparse, artigiani, operai, tecnici, impiegati, "generici" - ma anche di impresari, imprenditori e produttori avventurosi, palazzinari golosi di mondanità, artisti a caccia di occasioni, tutto quello che si chiamò, per anni, il "generone" romano.
Dalla fine degli anni sessanta, con la crescita della televisione, la fine delle produzioni kolossal di carattere storico e la parallela crisi dell'industria cinematografica italiana, Cinecittà perse lentamente, per più di una ventina d'anni, il primato tecnico e produttivo che l'aveva resa mitica.
Il famoso monoscopio prova della Rai
Nel 1978 l'Istituto Luce a Piazza Cinecittà viene ceduto al Comune di Roma e viene adibito a sede amministrativa della X Circoscrizione, oggi detta X Municipio.
Nel 1983 diventa presidente di Cinecittà Antonio Manca, che successivamente sarà a capo dell'Istituto Luce ricoprendo il ruolo di direttore generale dal 1989 al '95.
Nel marzo del 1986 si ha l'inaugurazione del primo centro commerciale della Capitale e dell'annesso centro direzionale, costruendo sul terreno del noto campo calcistico Bettini, bellissimo spazio verde di pini e larici annesso agli studi, cui gli abitanti del quartiere erano affezionati.
Roma - La Rai in via Teulada
Un anno dopo, a ridosso del Centro Sperimentale di Cinematografia, dei capannoni adibiti a magazzino sono devastati da un incendio, per il quale i Vigili del Fuoco lavorano più di 24 ore. Vanno in fumo un numero imprecisato di costumi e di materiale di scena, un patrimonio storico ed artistico insostituibile perduto per sempre.
La privatizzazione degli stabili, gestiti da Cinecittà Studios SpA, e l'apertura di un settore interamente dedicato alle lavorazioni in digitale hanno reso gli studi particolarmente competitivi: negli ultimi anni i teatri di Cinecittà hanno ospitato i set di alcune grosse produzioni americane come Gangs of New York di Martin Scorsese, Le avventure acquatiche di Steve Zissou di Wes Anderson e La passione di Cristo di Mel Gibson. Nel 2008 Cinecittà è stata messa a disposizione per le riprese del secondo episodio della 30ª stagione della serie di fantascienza britannica Doctor Who, ambientato nell'epoca di Pompei.
Nel complesso, protetta e poco in mostra, dal 2000 è presente la "casa", dove fin dalla prima edizione, vengono "rinchiusi" i concorrenti dell'edizione italiana del reality show Grande Fratello.
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