Ponte Vecchio sull'Arno

Il Ponte Vecchio è uno dei simboli della città di Firenze ed è uno dei ponti più famosi del mondo. Attraversa il fiume Arno nel suo punto più stretto, dove nell'antichità esisteva un guado.
La prima costruzione risale all'epoca romana, ma fu più volte danneggiata dalle alluvioni del fiume: nel 1080 esisteva un ponte in legno, mentre quello in pietra a cinque arcate venne costruito intorno al 1170.
Lancelot Theodore Turpin de Crisse - Ponte vecchio 1811
Nel XV° secolo il ponte più famoso del fiume Arno fu destinato ad ospitare le botteghe dei macellai (allora chiamati beccai); questo per renderli un po’ più isolati dai palazzi e dalle abitazioni del centro.
La disposizione mirava soprattutto ad eliminare le consuete, maleodoranti tracce lasciate dai barroccini dei beccai lungo le strade limitrofe all'Arno durante il trasporto degli scarti più minuti delle lavorazioni delle carni, scarti che potevano quindi disperdersi direttamente, senza alcun danno, nella sottostante corrente del fiume. Le botteghe dei macellai furono poi occupate da orafi e gioiellieri per ordine di Ferdinando I nel 1593.
Particolare di Ponte Vecchio - Foto Flickr
Il Ponte Vecchio fu visitato da Hitler, Mussolini e le gerarchie naziste e fasciste in occasione del viaggio dei tedeschi in Italia del 1938 in cerca di alleanze.
Per quella circostanza furono aperti i tre finestroni panoramici al centro del Corridoio Vasariano. In seguito alla ritirata delle truppe naziste, questo fu l'unico ponte di Firenze che non venne fatto saltare dai tedeschi nel corso della seconda guerra mondiale.
Ponte Vecchio - I finestroni al centro del Corridoio Vasariano
Ciò fu possibile grazie anche al provvidenziale intervento del rappresentante tedesco a Firenze, Gerhard Wolf, il quale nel dopoguerra ottenne per questo ed altri meriti la cittadinanza onoraria di Firenze e che è ricordato con una targa apposta sul ponte medesimo.
Il Ponte Vecchio è composto da tre ampi valichi ad arco ribassato (rapporto altezza:larghezza 1:6); per la prima volta in Occidente veniva superato il modello romano che prevedeva l'uso esclusivo di archi a tutto sesto (ovvero arcate semicircolari) che nel caso di un ponte molto lungo richiedevano un gran numero di arcate.
La targa che ricorda Gerhard Wolf
Altra caratteristica tipica, ben più evidente al turista ma meno rivoluzionaria, è il passaggio fiancheggiato da due file di botteghe artigiane, ricavate in antichi portici poi chiusi, che lo hanno reso famoso, come se si trattasse del proseguimento della strada.
Ai quattro angoli del ponte esistevano altrettante torri che ne controllavano l'accesso. Di queste resta solo la torre dei Mannelli, mentre la torre dei Rossi-Cerchi fu ricostruita nel dopo guerra.
Leggi anche: I renaioli dell'Arno
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