I renaioli dell'Arno
Una tradizione secolare di Firenze
Una tradizione secolare di Firenze
A Firenze è possibile fare gite turistiche sull’Arno e ammirare le bellezze artistiche e naturali della città direttamente dal fiume.
Tale escursioni sono possibili grazie al lavoro di un gruppo di persone che alcuni anni fa unirono i loro sforzi per creare un’associazione che avesse come fine ultimo il recupero di una tradizione secolare di Firenze, l’attività del ‘renaiolo’.
Il renaiolo
Le imbarcazioni con le quali l’associazione organizza le gite sull’Arno sono infatti i vecchi barchetti che venivano usati dai renaioli del passato fiorentino. Dagli anni in cui sorgevano i monumenti di Firenze fino a qualche decina di anni fa nutrite schiere di renaioli attraversavano l’Arno più volte al giorno, per prelevare dal suo fondo materiali preziosi per la costruzione di quelli che sarebbero stati i muri e i palazzi più ammirati del mondo.
Dall’alba al tramonto uomini più o meno giovani presidiavano le acque del fiume d’argento su imbarcazioni di varia natura, barchetti e navicelli, che si muovevano però senza remi, soltanto grazie alla spinta che i renaioli dell’Arno esercitavano sul fondale con lunghe pertiche di legno.
Stanislao Pointeau, I renaioli dell'Arno
Cercavano i punti del fondo più ricchi e iniziavano a cavarne grossi mucchi di rena che poi veniva portata a riva per essere vagliata e separata in vari mucchi a seconda della grandezza. Dal fiume si ricavavano diversi materiali, dal grosso pillore, al ghiaione, alla ghiaia, al renone e alla più fine rena, chiamata “velo”.
La più pregiata, quest’ultima, perché serviva a rifinire gli intonaci delle pareti, funzione a cui si prestava meglio della rena da cava. Tutti questi materiali erano essenziali per i molti cantieri edili che operavano in città. Senza i renaioli, ai muratori che costruirono Firenze sarebbe mancata una delle materie più importanti. La rena veniva trasportata ai cantieri con carri trainati da cavalli, i ‘barrocci’, che per secoli affollarono le vie del centro percorrendo sempre lo stesso tragitto dalle rive dell’Arno.
I renaioli dell'Arno - Da www.teladoiofirenze.it
I renaioli diventarono una figura importante per il fiume e per Firenze, vitali per l’architettura e caratteristici per la vita di una città che è sempre stata meta di mercanti, politici, artisti e viaggiatori. Quegli uomini possenti che, spesso a dorso nudo e con cappelli a larghe tese, percorrevano le acque dell’Arno in ogni ora del giorno attiravano l’attenzione di molti e si resero più volte protagonisti di azioni importanti.
Spesso fungevano da bagnini dell’Arno, nelle varie occasioni in cui incauti bagnanti si mettevano nei guai, ed essenziali erano le loro imbarcazioni e la loro disponibilità in caso di piene e alluvioni. Per secoli quello del renaiolo fu un mestiere prezioso, che i padri tramandavano ai figli, gelosi di una professione dura ma che permetteva loro di avere lavoro ogni giorno, data l’intensa necessità che Firenze aveva dei materiali pescati dal fondo del fiume.
Barca sull'Arno a Ponte Vecchio
Famiglie intere dedicavano la loro vita all’estrazione della rena, all’Arno, linfa vitale di una città in perenne costruzione. Soltanto un giorno all’anno i renaioli percorrevano le acque del fiume per svago, senza cavarne la rena. Era il 25 di luglio, giorno di San Jacopo, e per celebrare il santo Firenze faceva scendere in acqua i renaioli dei vari quartieri, che si affrontavano in una gara di forza e velocità a bordo delle loro imbarcazioni più leggere, i barchetti da pesca.
Spingendole soltanto con una pertica e la forza delle braccia i ‘signori dell’Arno’ percorrevano avanti e indietro un tratto del fiume, costretti nel corso della gara persino ad una veloce virata da effettuare senza timone, di cui i barchetti erano sprovvisti. Il palio di San Jacopo, questo il nome della particolare regata, si è svolto dal 1250 sino al 1800, dopodichè ha accompagnato i barchetti dei renaioli sul fondo dell’Arno ed è scomparso insieme alla figura del cavatore di rena del fiume.
Barche sull'Arno con turisti
E’ nell’ultimo secolo che il mestiere è definitivamente tramontato, e che le barche sono andate via via scomparendo, qualcuna relegata nei cantieri sul fiume, altre scivolate sul fondo dell’Arno.
Da lì, dai fondali del fiume, è partito il lavoro dei nuovi renaioli, che hanno recuperato alcuni barchetti appartenuti ai vecchi renaioli e li hanno restaurati, pronti ad esser nuovamente calati in Arno, stavolta per portare a spasso turisti e visitatori che da tutto il mondo arrivano a Firenze per ammirarne le meraviglie artistiche e architettoniche.
Leggi anche: Ponte Vecchio sull'Arno
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